Bird
Bird
2024
Paesi
Gran Bretagna, Usa, Francia, Germania
Genere
Drammatico
Durata
119 min.
Formato
Colore
Regista
Andrea Arnold
Attori
Barry Keoghan
Franz Rogowski
Nykiya Adams
James Nelson-Joyce
Jasmine Jobson
Rhys Yates
La dodicenne Bailey (Nykiya Adams) vive nei sobborghi degradati di un paese nel nord del Kent insieme all'immaturo e giovanissimo padre Bug (Barry Keoghan) e all'insofferente fratello Hunter (Jason Buda). L'incontro casuale con Bird (Franz Rogowski) cambierà la sua prospettiva nei confronti di una realtà quantomai problematica.

Dopo tre Premi della giuria (nel 2006 per Red Road, nel 2009 per Fish Tank e nel 2016 per American Honey), Andrea Arnold torna in concorso a Cannes con un personale racconto adolescenziale che da un lato si adegua ad alcune canoniche dinamiche tipiche del sottogenere (il contesto famigliare disastrato, il delicato passaggio ai prodromi dell'età adulta, il desiderio di evasione) e dall'altro vola verso sfumature fantasy non sempre riuscitissime, ma ugualmente di grandissimo impatto emotivo. Le metafore messe in campo sono infatti troppo urlate e didascaliche, ma l'impennata immaginifica legata al personaggio di Bird, figura aliena in un mondo squallidamente appiattito su violenza e pregiudizio, accompagna comunque in maniera incisiva la spontanea visione sognante della vita di una protagonista capace di staccarsi dalla realtà in funzione della prospettiva fanciullesca propria della sua età. L'alienante routine nei sobborghi suburbani si contrappone alla costante ricerca della regista e sceneggiatrice britannica di ricercare la bellezza nella Natura, attraverso una dimensione quasi animista di struggente poesia. Lo stile "sporco" è quello da classico film indie low budget, con la cinepresa a mano che sta addosso ai personaggi e la grana della pellicola 16mm che restituisce la ruvidità degli ambienti, ma l'evoluzione degli eventi tende a spiazzare lo spettatore. Molto interessante la scelta di annullare in un certo senso il gap generazionale tra genitori e figli, entrambi giovanissimi, lasciando che siano gli atteggiamenti legati alle differenze di genere a far emergere i temi cardine del film. Esemplare, in questo senso, il significativo personaggio di Bug, gretto ma, in fondo, tenerissimo nella sua squallida povertà intellettuale. Dopo il trascinante viaggio nella provincia americana di American Honey, Andrea Arnold sposta l'attenzione sull'Inghilterra (e in particolare sulla sua contea natìa) senza perdere la propria vitalità artistica e usando ancora una volta con grande gusto le canzoni pop in funzione espressiva. Franz Rogowski aggiunge un altro ruolo fuori dagli schemi alla sua filmografia, dimostrando un talento cristallino, ma Barry Keoghan, che si concede anche un'amabile frecciatina a Saltburn per quanto riguarda le scelte musicali, è da applausi. Magnifica fotografia di Robbie Ryan.
Maximal Interjector
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