Il camorrista
1986
Paese
Italia
Generi
Biografico, Gangster, Drammatico
Durata
171 min.
Formato
Colore
Regista
Giuseppe Tornatore
Attori
Ben Gazzara
Laura del Sol
Leo Gullotta
Nicola Di Pinto
Luciano Bartoli
Franco Interlenghi
Nato e cresciuto sotto la logorante influenza camorrista, il malavitoso Franco (Ben Gazzara), inizia a costituire un piccolo impero mafioso dal'interno del carcere in cui è rinchiuso. Soprannominato 'O Professore 'e Vesuviano da un gruppo di detenuti che decidono di seguirlo, Franco forgerà insieme alla sorella Rosaria (Laura del Sol) una delle più formidabili e pericolose organizzazioni criminali: la Nuova Camorra Riformata.
Al suo esordio nel lungometraggio, Giuseppe Tornatore confeziona un biopic molto ambizioso e ben riuscito, vagamente ispirato alla vita del boss Raffaele Cutolo riportata nell'omonimo romanzo di Giuseppe Marrazzo. In un'ambientazione (Napoli) del tutto estranea al regista siculo, che in seguito si concentrerà soprattutto sulla propria terra d'origine, la pellicola affronta un genere (il gangster movie socio-politico) poco esplorato nel panorama del cinema italiano degli anni '80. All'apprezzabile coraggio dell'operazione, frutto del talento di un Tornatore allora trentenne, manca però una sceneggiatura compatta capace di tenere le fila di una vicenda giocata su più livelli. Lo script (di Massimo De Rita e dello stesso regista) riesce comunque a illustrare uno scomodo affresco della realtà italiana senza avanzare favoritismi o pregiudizi, ma presentando i fatti in maniera obiettiva. Evidente l'esperienza documentaristica di un Tornatore capace di mettere in pratica la lezione del cinema americano soprattutto nel montaggio serrato. Musiche di Nicola Piovani, fotografia di Blasco Giurato. David di Donatello a Leo Gullotta come miglior attore non protagonista e Nastro d'argento al miglior regista esordiente.
Al suo esordio nel lungometraggio, Giuseppe Tornatore confeziona un biopic molto ambizioso e ben riuscito, vagamente ispirato alla vita del boss Raffaele Cutolo riportata nell'omonimo romanzo di Giuseppe Marrazzo. In un'ambientazione (Napoli) del tutto estranea al regista siculo, che in seguito si concentrerà soprattutto sulla propria terra d'origine, la pellicola affronta un genere (il gangster movie socio-politico) poco esplorato nel panorama del cinema italiano degli anni '80. All'apprezzabile coraggio dell'operazione, frutto del talento di un Tornatore allora trentenne, manca però una sceneggiatura compatta capace di tenere le fila di una vicenda giocata su più livelli. Lo script (di Massimo De Rita e dello stesso regista) riesce comunque a illustrare uno scomodo affresco della realtà italiana senza avanzare favoritismi o pregiudizi, ma presentando i fatti in maniera obiettiva. Evidente l'esperienza documentaristica di un Tornatore capace di mettere in pratica la lezione del cinema americano soprattutto nel montaggio serrato. Musiche di Nicola Piovani, fotografia di Blasco Giurato. David di Donatello a Leo Gullotta come miglior attore non protagonista e Nastro d'argento al miglior regista esordiente.
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