Ennio
2021
Paese
Italia
Genere
Documentario
Durata
156 min.
Formato
Colore
Regista
Giuseppe Tornatore
Ennio Morricone, uno dei più grandi compositori della storia del cinema, racconta la sua carriera a partire dagli studi iniziati al conservatorio come trombettista fino ad arrivare all’ambito Oscar. Le testimonianze e le immagini d’archivio svelano ciò che del maestro non si conosce: la sua passione per gli scacchi, che forse ha misteriosi legami con la sua musica, e l’origine realistica di certe sue intuizioni musicali.
Giuseppe Tornatore firma un documentario dall’elevata carica emotiva, contraddistinto dalle testimonianze intime, precise e corpose di Ennio Morricone e di tanti grandi artisti (tra cui Bernardo Bertolucci, Hans Zimmer, Bruce Springsteen, Quentin Tarantino, Dario Argento) alternate a immagini di repertorio di grande impatto e con un ottimo, sempre fluido e mai prolisso - nonostante la durata monstre - montaggio a sostegno. L’omaggio sincero al maestro è evidente dal modo in cui, rispettosamente, il regista si avvicina con la macchina da presa per concentrarsi spesso su gli occhi commossi di Morricone e sulle mani sempre in armoniosa sintonia di movimento con i suoi pensieri e parole, chiamati a puntellarne l’evocazione e la scansione delle musiche. Nell’incipit, non a caso, è addirittura un metronomo a scandire il tempo nel silenzio di una stanza circondata da libri e nella quale Morricone appare in totale intimità mentre esegue esercizi fisici insieme a momenti in cui, chino sulla sua scrivania, completa uno sparito a matita. Dalla partitura commossa del doc di Tornatore si comprende appieno la mastodontica importanza di un’artista che ha lavorato con tormento, sacrificio e dedizione dietro l’ombra melodiosa delle note rimaste impresse nella mente e nell’immaginario di chiunque, a tal punto da avere la sensazione che non fosse più la musica a essere nel film, ma il film nella musica. Ennio parte dagli albori della carriera di Morricone, con i primi soldi guadagnati come trombettista nei locali notturni, fonte di estenuante umiliazione, per poi diventare arrangiatore di grandi musicisti alla RCA Italiana e diplomarsi al conservatorio in composizione, con il maestro Petrassi a fargli da pungolo costante e fonte di grande ispirazione, restituendo anche ciò che provò Morricone approdando al cinema con un senso di “muto disonore”, dato che le colonne sonore nei film venivano considerate dai musicisti accademici la morte dell’intellettualismo della musica (sarà, com’è noto, l’incontro folgorante con Sergio Leone a sancire l’inizio di una rivoluzione assoluta e dare il via all’estrema prolificità del Maestro). In un formato sulla carta canonico da documentario biografico Ennio, ripercorrendo nel dettaglio tutta la carriera di Morricone film per film attraverso la diretta voce del protagonista, trova così un’ideale compiutezza che dà alla dimensione uditiva un valore a dir poco fondamentale, come ci ricorda quella famosa fotografia del compositore premio Oscar con il dito alzato invitandoci al silenzio e all’ascolto come possibilità per imparare, conoscere e creare. Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2021.
Giuseppe Tornatore firma un documentario dall’elevata carica emotiva, contraddistinto dalle testimonianze intime, precise e corpose di Ennio Morricone e di tanti grandi artisti (tra cui Bernardo Bertolucci, Hans Zimmer, Bruce Springsteen, Quentin Tarantino, Dario Argento) alternate a immagini di repertorio di grande impatto e con un ottimo, sempre fluido e mai prolisso - nonostante la durata monstre - montaggio a sostegno. L’omaggio sincero al maestro è evidente dal modo in cui, rispettosamente, il regista si avvicina con la macchina da presa per concentrarsi spesso su gli occhi commossi di Morricone e sulle mani sempre in armoniosa sintonia di movimento con i suoi pensieri e parole, chiamati a puntellarne l’evocazione e la scansione delle musiche. Nell’incipit, non a caso, è addirittura un metronomo a scandire il tempo nel silenzio di una stanza circondata da libri e nella quale Morricone appare in totale intimità mentre esegue esercizi fisici insieme a momenti in cui, chino sulla sua scrivania, completa uno sparito a matita. Dalla partitura commossa del doc di Tornatore si comprende appieno la mastodontica importanza di un’artista che ha lavorato con tormento, sacrificio e dedizione dietro l’ombra melodiosa delle note rimaste impresse nella mente e nell’immaginario di chiunque, a tal punto da avere la sensazione che non fosse più la musica a essere nel film, ma il film nella musica. Ennio parte dagli albori della carriera di Morricone, con i primi soldi guadagnati come trombettista nei locali notturni, fonte di estenuante umiliazione, per poi diventare arrangiatore di grandi musicisti alla RCA Italiana e diplomarsi al conservatorio in composizione, con il maestro Petrassi a fargli da pungolo costante e fonte di grande ispirazione, restituendo anche ciò che provò Morricone approdando al cinema con un senso di “muto disonore”, dato che le colonne sonore nei film venivano considerate dai musicisti accademici la morte dell’intellettualismo della musica (sarà, com’è noto, l’incontro folgorante con Sergio Leone a sancire l’inizio di una rivoluzione assoluta e dare il via all’estrema prolificità del Maestro). In un formato sulla carta canonico da documentario biografico Ennio, ripercorrendo nel dettaglio tutta la carriera di Morricone film per film attraverso la diretta voce del protagonista, trova così un’ideale compiutezza che dà alla dimensione uditiva un valore a dir poco fondamentale, come ci ricorda quella famosa fotografia del compositore premio Oscar con il dito alzato invitandoci al silenzio e all’ascolto come possibilità per imparare, conoscere e creare. Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2021.
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