Los Angeles, 1928. Il figlio di Christine Collins (Angelina Jolie), nove anni, scompare nel nulla. Cinque mesi dopo la polizia, ansiosa di risolvere il caso, riconsegna alla madre un altro bambino e, di fronte alle proteste della donna, la fa rinchiudere in manicomio. Nel frattempo emerge una verità agghiacciante che potrebbe riguardare la scomparsa del ragazzo.

Ispirandosi a un raccapricciante fatto di cronaca, Clint Eastwood, su sceneggiatura di J. Michael Straczynski (nome particolarmente noto agli appassionati di fumetti), realizza uno dei suoi film più cupi e disturbanti, contraddistinto da un forte respiro civile. Se sconvolge la cruda rievocazione degli autentici e terrificanti Wineville Chicken Murders commessi dal serial killer Gordon Northcott, non da meno è la rappresentazione di uno stato di polizia corrotto, che all'epoca si macchiò di diversi casi di malagiustizia. In mezzo, si staglia il ritratto di una madre forte, determinata, vittima paradossale di un sistema guasto e intenzionata a far valere la verità a tutti i costi. Un'eroina difficile da dimenticare, interpretata con vigore da un'intensa Angelina Jolie (candidata all'Oscar). Notevole anche la confezione, in cui svettano la magnifica fotografia di Tom Stern e le musiche firmate dallo stesso regista.