Lettere da Iwo Jima
Letters from Iwo Jima
2006
Paese
Usa
Generi
Guerra, Storico
Durata
141 min.
Formato
Colore
Regista
Clint Eastwood
Attori
Ken Watanabe
Kazunari Ninomiya
Tsuyoshi Ihara
Ryo Kase
Shidō Nakamura
Cronaca della battaglia di Iwo Jima vissuta dalla prospettiva degli ufficiali e soldati nipponici, inesorabilmente preparati alla sconfitta. In particolare, vengono narrate le vicende del generale Kuribayashi (Ken Watanabe) e del soldato Saigo (Kazunari Ninomiya), i cui ricordi rivivono grazie alle loro lettere scritte dal fronte.
Seconda parte del dittico che Eastwood ha dedicato a uno degli episodi più significativi della Seconda guerra mondiale, speculare a Flags of Our Fathers (anch'esso del 2006, girato sullo stesso set quasi in contemporanea): come raramente è accaduto nella storia del cinema americano, qui il punto di vista è esclusivamente quello del “nemico”. Oltre a rendere onore ai caduti di entrambi gli schieramenti e in generale di tutti i conflitti, Eastwood riesce a mostrare con acume esemplare tutto l'orrore e la tragicità della guerra, senza scivolare nella retorica nemmeno nei momenti più drammatici e cruenti. All'assurdità delle convenzioni sociali e militari (il nazionalismo portato all'estremo, la paradossale e per noi quasi incomprensibile pratica del seppuku) contrappone l'umanità di persone come Saigo e Kuribayashi, ritratti nella loro quotidianità con realismo totale. La morte viene così rappresentata con macabra naturalezza, trasmettendo allo spettatore un senso di desolazione accentuato dalla superba fotografia desaturata di Tom Stern e dalla colonna sonora malinconica e struggente di Kyle Eastwood (figlio del regista). Uno dei risultati migliori nella filmografia di Eastwood, che qui riesce ad arricchire il suo stile asciutto ed essenziale con momenti di grande lirismo. Il film, premiato con l'Oscar per il miglior montaggio sonoro, è stato distribuito in giapponese con i sottotitoli, ma per l'uscita home video italiana è stata aggiunta una versione doppiata nella nostra lingua.
Seconda parte del dittico che Eastwood ha dedicato a uno degli episodi più significativi della Seconda guerra mondiale, speculare a Flags of Our Fathers (anch'esso del 2006, girato sullo stesso set quasi in contemporanea): come raramente è accaduto nella storia del cinema americano, qui il punto di vista è esclusivamente quello del “nemico”. Oltre a rendere onore ai caduti di entrambi gli schieramenti e in generale di tutti i conflitti, Eastwood riesce a mostrare con acume esemplare tutto l'orrore e la tragicità della guerra, senza scivolare nella retorica nemmeno nei momenti più drammatici e cruenti. All'assurdità delle convenzioni sociali e militari (il nazionalismo portato all'estremo, la paradossale e per noi quasi incomprensibile pratica del seppuku) contrappone l'umanità di persone come Saigo e Kuribayashi, ritratti nella loro quotidianità con realismo totale. La morte viene così rappresentata con macabra naturalezza, trasmettendo allo spettatore un senso di desolazione accentuato dalla superba fotografia desaturata di Tom Stern e dalla colonna sonora malinconica e struggente di Kyle Eastwood (figlio del regista). Uno dei risultati migliori nella filmografia di Eastwood, che qui riesce ad arricchire il suo stile asciutto ed essenziale con momenti di grande lirismo. Il film, premiato con l'Oscar per il miglior montaggio sonoro, è stato distribuito in giapponese con i sottotitoli, ma per l'uscita home video italiana è stata aggiunta una versione doppiata nella nostra lingua.
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