La cantante Zara (Greta Garbo) è una delle protagoniste della vita notturna di Budapest. Ha molti ammiratori, ma vive già con un curioso romanziere (Eric von Stroheim). Un giorno, un uomo (Owen Moore) la vede e riconosce in lei Maria Varelli, scomparsa al termine della Prima guerra mondiale. La donna è confusa, non ricorda e non sa quale sia la verità. Trasporre adeguatamente un (complesso dramma) di Luigi Pirandello non è cosa da poco: George Fitzmaurice ci riesce soltanto in parte, incapace di dare equilibrio e di mantenere fino in fondo le redini del suo progetto. La prima parte è entusiasmante, grazie ai duetti tra Greta Garbo ed Eric von Stroheim, ma pian piano il film tende a sgonfiarsi: la regia si fa meno rigorosa, i dialoghi poco coinvolgenti e la narrazione (a partire da un finale diverso rispetto al testo di partenza) sempre più improbabile. Resta però una pellicola bizzarra e un po' anarchica, con la diva protagonista in un'inedita versione biondo platino.