Inviso ai superiori per i suoi metodi anticonvenzionali, l'ispettore Harry Callaghan (Clint Eastwood) viene inviato nella cittadina di San Paolo a investigare su un omicidio. È solo il primo di una lunga serie: dietro la catena di delitti c'è Jennifer (Sondra Locke), intenta a vendicarsi della violenza che lei e la sorella hanno subito anni prima.
Dopo Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo (1971) di Don Siegel, Una 44 Magnum per l'Ispettore Callaghan (1973) di Ted Post e Cielo di piombo, ispettore Callaghan (1976) di James Fargo, questo è il quarto film che vede protagonista Dirty Harry, l'infallibile poliziotto creato dal soggettista e sceneggiatore Harry Julian Fink (seguirà nel 1988 il quinto e ultimo episodio, Scommessa con la morte). Stavolta il “nemico” ha il volto tormentato di un'assassina-vittima che è, in fin dei conti, la vera protagonista del film e con cui Harry (insieme allo spettatore) è portato a empatizzare. Il regista non riesce però a trovare nel poliziesco la stessa freschezza padroneggiata nel western e nel dramma. Il confronto con il modello siegeliano è perciò inevitabilmente impietoso: piuttosto fiacche le scene d'azione e scarso l'approfondimento psicologico. La frase del titolo italiano pronunciata da Callaghan nell'originale è: «Go ahead, make my day». Ma i giorni d'oro di “Harry la carogna” sono finiti negli anni '70.