Scott Henderson (Alan Curtis) viene ingiustamente accusato di uxoricidio: il suo unico alibi è una signora (Ann Terry) incontrata in un bar al momento del delitto, ma la donna sembra svanita nel nulla e ritrovarla non sarà facile. La segretaria di Henderson (Ella Raines), da tempo innamorata di lui, rischierà la vita pur di aiutarlo. Un melodramma dai contorni gialli e dalle sfumature noir ispirato a un romanzo di Cornell Woolrich. I produttori, però, scelsero di modificare pesantemente la storia di partenza, e il risultato è una rara pellicola degli anni Quaranta con una donna nei panni del detective principale. Ed è proprio questo (quasi) inedito punto di vista femminile a rendere la pellicola una delle opere più interessanti della carriera di Robert Siodmak: il regista tedesco affida alla segretaria/investigatrice tutte le sequenze principali di un percorso fatto di misteri e menzogne, giochi di sguardi e attrazioni ad alto tasso erotico. Il tutto avvolto da un'atmosfera cupa e opprimente, fatta di squarci luminosi di fortissima espressività e di ombre inquietanti che sembrano provenire dai film tedeschi degli anni Venti. Notevole, in questo senso, il lavoro del direttore della fotografia Elwood Bredell, che contribuisce a tenere alta la tensione fino alla fine.