La doppia vita di Veronica
La double vie de Véronique
1991
Paesi
Francia, Polonia, Norvegia
Genere
Drammatico
Durata
98 min.
Formato
Colore
Regista
Krzysztof Kieślowski
Attori
Irène Jacob
Halina Gryglaszewska
Kalina Jedrusik
Aleksander Bardini
Wladyslaw Kowalski
Jerzy Gudejko
Philippe Volter
Claude Duneton
Veronika (Irène Jacob) è una giovane ragazza polacca dotata di una bellissima voce. Vince un concorso di canto, ma durante la prima dell'esibizione muore improvvisamente. A Parigi, Véronique (Irène Jacob) identica fisicamente a Veronika, risente della sua scomparsa pur non avendola mai vista né conosciuta. Incentrato su uno dei temi più cari a Kiéslowski, ossia le profonde connessioni tra esseri umani che travalicano spazio e tempo influenzandosi reciprocamente, La doppia vita di Veronica segna l'inizio della fase più matura dell'opera del regista polacco. La simbologia e le metafore del cinema kieślowskiano si fanno piena forma, intrecciandosi in un film intimamente doppio e allo stesso modo intimamente unico. Veronika/Véronique (interpretate da una splendida e indimenticata Irène Jacob) sono le due facce di una stessa medaglia: da una parte due variabili di uno stesso personaggio, le cui vite sono come due what if che si sviluppano paralleli sullo stesso piano spazio-temporale; d'altra sono, proprio in virtù di questa compresenza, l'una la premessa dell'altra, e viceversa. Come la ballerina/bruco, per divenire fata/farfalla, deve prima morire – come nello spettacolo di marionette a cui assiste Véronique – così la morte di Veronika è la conditio sine qua non per la maturazione di Véronique. L'una e l'altra ma anche l'una è l'altra, senza soluzione di continuità, diritto e rovescio, come l'immagine di cielo e terra ribaltati attraverso il prisma di una palla di vetro che entrambi i personaggi possiedono. Fotografato nei caldi toni dell'arancione, e pervaso da un universo sonoro diegetico ricchissimo (si pensi alla scena della “caccia al tesoro” sonora o al leitmotiv musicale che guida tutta la pellicola, parte centrale della straordinaria colonna sonora di Zbigniew Preisner), il film è l'ottima risoluzione, sia a livello formale che contenutistico, dei temi già accennati da Kieślowski, un po' troppo didascalicamente, nel precedente Destino cieco (1987), e qui sviluppati ed esplorati più a fondo e con maggiori margini interpretativi e simbolici. Prix d'interprétation féminine a Irène Jacob al 44° Festival di Cannes.
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