I due colonnelli
1962
Paese
Italia
Generi
Commedia, Comico, Guerra
Durata
104 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Steno
Attori
Totò
Nino Taranto
Scilla Gabel
Walter Pidgeon
Toni Ucci
Adriana Facchetti
Gérard Herter
Nino Terzo
Gino Buzzanca
Seconda guerra mondiale: sul fronte greco, il colonnello italiano Antonio Di Maggio (Totò) sfida continuamente il contingente inglese comandato dall'avversario Henderson (Walter Pidgeon). A turno, i due militari conquistano il piccolo paese di Montegreco finché tra loro nascerà una curiosa amicizia.
Antonio Di Maggio è uno dei personaggi più intensi interpretati da Totò: marziale e burbero fino al violento integralismo (e capace, per la prima e unica volta, di abbandonarsi a un – brevissimo – momento di turpiloquio), ma anche obbediente a un codice di comportamento di assoluta moralità. Neanche l'ostacolo linguistico frena lui e Pidgeon, impegnati in una progressione di scontri verbali che, come raramente accade per i personaggi interpretati dall'attore napoletano, rispondono anche alla precisa psicologia dei protagonisti. Ad essi si aggiungono quelli con Nino Taranto, ormai “spalla” in ascesa e già collaudata, capace di “servire” rispettosamente le fughe improvvise del genio comico. Il contorno, vittima di diverse cadute retoriche, è una raffigurazione umoristica dello spirito italiano (in guerra) e della sua arte d'arrangiarsi. Riuscito solo in parte, anche a causa di una sceneggiatura in calo con il passare dei minuti.
Antonio Di Maggio è uno dei personaggi più intensi interpretati da Totò: marziale e burbero fino al violento integralismo (e capace, per la prima e unica volta, di abbandonarsi a un – brevissimo – momento di turpiloquio), ma anche obbediente a un codice di comportamento di assoluta moralità. Neanche l'ostacolo linguistico frena lui e Pidgeon, impegnati in una progressione di scontri verbali che, come raramente accade per i personaggi interpretati dall'attore napoletano, rispondono anche alla precisa psicologia dei protagonisti. Ad essi si aggiungono quelli con Nino Taranto, ormai “spalla” in ascesa e già collaudata, capace di “servire” rispettosamente le fughe improvvise del genio comico. Il contorno, vittima di diverse cadute retoriche, è una raffigurazione umoristica dello spirito italiano (in guerra) e della sua arte d'arrangiarsi. Riuscito solo in parte, anche a causa di una sceneggiatura in calo con il passare dei minuti.
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