Reduce da un tragico esorcismo, Regan MacNeil (Linda Blair) non riesce a dimenticare il passato e cerca invano di placare la sua inquietudine con l'aiuto della dottoressa Gene Tuskin (Louise Fletcher). L'intervento di padre Philip Lamont (Richard Burton) darà una svolta agli eventi.

Indegno sequel di L'esorcista, capolavoro realizzato da William Friedkin nel 1973. John Boorman punta alla magniloquenza e alla grandeur con immagini studiate ad hoc per sbalordire lo spettatore, tentando al tempo un'apologia metafisica del Male (contrapposto alla razionalizzazione umana). Ma la sceneggiatura (firmata da William Goodhart insieme al regista e a Rospo Pallenberg, non accreditati) è un trionfo di approssimazione e demenzialità involontaria, con dialoghi assurdi nella loro seriosità, e la spettacolarizzazione risulta totalmente gratuita. Un'operazione inutile e fastidiosa, nella quale (intelligentemente) Friedkin e William Peter Blatty (autore del romanzo che ispirò il capostipite) non vollero essere coinvolti. Cast ai minimi storici: monoespressivi Linda Blair e Richard Burton, sprecata nel peggiore dei modi Louise Fletcher. Max von Sydow torna nel ruolo di padre Merrin. Musiche di Ennio Morricone.