Frost/Nixon – Il duello
Frost/Nixon
2008
NOW
Paesi
Usa, Gran Bretagna, Francia
Generi
Drammatico, Storico
Durata
122 min.
Formato
Colore
Regista
Ron Howard
Attori
Frank Langella
Michael Sheen
Kevin Bacon
Sam Rockwell
Toby Jones
Rebecca Hall
David Frost (Michael Sheen) è un intervistatore televisivo alla ricerca della svolta professionale. Richard Nixon (Frank Langella) si è dimesso da qualche anno dalla presidenza degli Stati Uniti a causa dello scandalo Watergate e necessita di un'occasione per riemergere e rompere il silenzio. Queste sono le motivazioni che spingeranno i due uomini a un incontro televisivo faccia a faccia che passerà alla Storia.
Tratto da una pièce teatrale su cui molti registi cinematografici avevano puntato gli occhi (tra gli altri, Martin Scorsese, Sam Mendes e George Clooney), Frost/Nixon – Il duello è una delle pellicole più riuscite di Ron Howard: un film dinamico, cinico, solido, con una regia precisa e puntuale che si avvale dell'ottimo lavoro dei due attori protagonisti e che riesce a riflettere a fondo su tematiche legate, soprattutto, alla psicologia dei personaggi. Il regista sa bene di lavorare su un testo che riproduce, in prima battuta, un evento televisivo cardine per la Storia degli Stati Uniti, ma non si scorda che il motore di tutto sono i suoi protagonisti: il brillante ma timoroso Frost, ispirato solo dalla brama di gloria, dovrà fare i conti con il potente e feroce Nixon, eccitato anche solo all'idea di poter tornare alla ribalta. I due sono le facce di una stessa medaglia, si completano l'un l'altro (come dimostra una delle migliori sequenze della pellicola in cui l'ex presidente, ubriaco, chiama e discute al telefono con il suo avversario) ed entrambi saranno disposti a tutto pur di vincere lo scontro. Howard adotta uno stile asciutto, sapendo di poter contare sull'aiuto di un montaggio fluido e ipnotico e di una sceneggiatura calibrata e mai pedante, nonostante la sua verbosità. Anche se in alcuni passaggi la pellicola risulta un po' troppo sbrigativa e legata a frasi ad effetto (la battuta sulla fornicazione o l'episodio della stretta di mano) Frost/Nixon – Il duello colpisce, inoltre, per essere riuscito a mettere in scena la figura di uno dei presidenti più discussi d'America, Nixon, in maniera mai retorica, imparziale e umana, costruendo un antieroe romantico dai richiami tragici, ricco di luci e ombre sulle quali poter riflettere. Il film ottenne un grande consenso di critica e ricevette ben cinque nomination ai premi Oscar (film, regia, attore protagonista, attore non protagonista e montaggio).
Tratto da una pièce teatrale su cui molti registi cinematografici avevano puntato gli occhi (tra gli altri, Martin Scorsese, Sam Mendes e George Clooney), Frost/Nixon – Il duello è una delle pellicole più riuscite di Ron Howard: un film dinamico, cinico, solido, con una regia precisa e puntuale che si avvale dell'ottimo lavoro dei due attori protagonisti e che riesce a riflettere a fondo su tematiche legate, soprattutto, alla psicologia dei personaggi. Il regista sa bene di lavorare su un testo che riproduce, in prima battuta, un evento televisivo cardine per la Storia degli Stati Uniti, ma non si scorda che il motore di tutto sono i suoi protagonisti: il brillante ma timoroso Frost, ispirato solo dalla brama di gloria, dovrà fare i conti con il potente e feroce Nixon, eccitato anche solo all'idea di poter tornare alla ribalta. I due sono le facce di una stessa medaglia, si completano l'un l'altro (come dimostra una delle migliori sequenze della pellicola in cui l'ex presidente, ubriaco, chiama e discute al telefono con il suo avversario) ed entrambi saranno disposti a tutto pur di vincere lo scontro. Howard adotta uno stile asciutto, sapendo di poter contare sull'aiuto di un montaggio fluido e ipnotico e di una sceneggiatura calibrata e mai pedante, nonostante la sua verbosità. Anche se in alcuni passaggi la pellicola risulta un po' troppo sbrigativa e legata a frasi ad effetto (la battuta sulla fornicazione o l'episodio della stretta di mano) Frost/Nixon – Il duello colpisce, inoltre, per essere riuscito a mettere in scena la figura di uno dei presidenti più discussi d'America, Nixon, in maniera mai retorica, imparziale e umana, costruendo un antieroe romantico dai richiami tragici, ricco di luci e ombre sulle quali poter riflettere. Il film ottenne un grande consenso di critica e ricevette ben cinque nomination ai premi Oscar (film, regia, attore protagonista, attore non protagonista e montaggio).
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