Grazie per la cioccolata
Merci pour le chocolat
2000
Paesi
Francia, Svizzera
Genere
Drammatico
Durata
99 min.
Formato
Colore
Regista
Claude Chabrol
Attori
Isabelle Huppert
Jacques Dutronc
Anna Mouglalis
Rodolphe Pauly
Brigitte Catillon
Michel Robin
Mathieu Simonet
La giovane Jeanne (Anna Mouglalis) scopre di poter essere la figlia del famoso pianista André Polonski (Jacques Dutronc), per un possibile scambio nella culla. Spinta dalla curiosità, si presenta alle porte della casa del musicista a Losanna. Verrà accolta anche dal figlio Guillaume (Rodolphe Pauly) e dalla seconda moglie Mika (Isabelle Huppert), presidente di un'azienda produttrice di cioccolato. Fuori concorso alla 57ª Mostra del Cinema di Venezia, di cui Chabrol era membro di giuria, Grazie per la cioccolata è un thriller che del genere della suspense mantiene solo l'impalcatura, rivelandosi piuttosto un dramma psicologico dal sapore amarognolo di una cioccolata avvelenata che ricorda da vicino il famoso bicchiere di latte hitchcockiano de Il sospetto (1941). A concentrare su di sé tutta la tensione è naturalmente Isabelle Huppert con la sua Mika, moglie e matrigna inadeguata, calcolatrice maldestra, minacciata dall'apparizione della talentuosa Jeanne. I movimenti delle sue protagoniste, entrambe orfane, si rispecchiano nella ricerca disperata di un'immagine familiare nella quale riconoscersi; se Jeanne la trova in André, Mika non ha certo la stessa preparazione culturale per attirare alla sua ragnatela, che ricama pazientemente anche fuor di metafora, il pretenzioso marito alto borghese, vedovo di “una donna vera”. La cioccolata diviene allora l'unica apparente funzione di Mika, anche se condita al mal de vivre. Tratto dal romanzo omonimo di Charlotte Armstrong, Grazie per la cioccolata è la marcia funebre dell'istituzione familiare, scandita dalla celebre composizione di Liszt; una tragedia interiore tra il bene e il male, approfondita soprattutto nello splendido finale. Qualche calo si registra nella parte centrale, ma Chabrol gira con disarmante naturalezza e riesce a nascondere (quasi) tutti i piccoli limiti del copione grazie alla sua regia. Premio Louis Delluc 2000.
Maximal Interjector
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