Heavy Traffic
Heavy Traffic
1973
Paese
Usa
Generi
Commedia, Animazione
Durata
76 min.
Formato
Colore
Regista
Ralph Bakshi
Attori
Joseph Kaufmann
Beverly Hope Atkinson
Michael Corleone (Joseph Kaufmann) è un fumettista di New York di origine ebraica e italiana. I genitori si odiano e lui passa le giornate a bighellonare insieme agli amici e a Carole, la donna di cui è innamorato.
Al suo secondo lungometraggio, dopo Fritz il gatto (1972), Bakshi trova un buon equilibrio tra estetica anarchica, trama e gag scorrette che gli sarà così difficile recuperare nella sua seguente filmografia. Qui, invece, tutto funziona piuttosto bene, a partire dalle fantasie animate di Michael che esacerbano la violenza cittadina, talmente onnipresente da passare quasi inosservata dai protagonisti. Amici che si pestano a sangue, coniugi che tentano costantemente di uccidersi, sesso visto come ulteriore atto di controllo dell’altro, mafia che governa ogni quartiere. Non sembra esserci spazio per un po’ di tranquillità in questa girandola di ferocia, che alterna scene animate, riprese dal vero e filmati d’archivio con grande efficacia. Niente è al sicuro dai colpi di Bakshi: famiglia, religione, amore e tradizioni sono tutti colpiti nel segno dal regista. La città come un flipper impazzito, incontrollabile e sadicamente esilarante: questa la metafora principale di un film che riesce sempre a stupire e divertire e dove anche un piatto di spaghetti sa convertirsi in un elemento di brutalità. Solo con una forte dose di masochismo, ci mostra il personaggio di Snowflake, si può sopravvivere con positività in un ambiente del genere. Eppure, un finale che scalda il cuore sembra portare quel lieto fine che sembrava impossibile perfino da immaginare. Alcuni passaggi sono un po' forzati e costruiti a tavolino, ma il disegno d'insieme funziona e la tecnica mista utilizzata colpisce nel segno.
Al suo secondo lungometraggio, dopo Fritz il gatto (1972), Bakshi trova un buon equilibrio tra estetica anarchica, trama e gag scorrette che gli sarà così difficile recuperare nella sua seguente filmografia. Qui, invece, tutto funziona piuttosto bene, a partire dalle fantasie animate di Michael che esacerbano la violenza cittadina, talmente onnipresente da passare quasi inosservata dai protagonisti. Amici che si pestano a sangue, coniugi che tentano costantemente di uccidersi, sesso visto come ulteriore atto di controllo dell’altro, mafia che governa ogni quartiere. Non sembra esserci spazio per un po’ di tranquillità in questa girandola di ferocia, che alterna scene animate, riprese dal vero e filmati d’archivio con grande efficacia. Niente è al sicuro dai colpi di Bakshi: famiglia, religione, amore e tradizioni sono tutti colpiti nel segno dal regista. La città come un flipper impazzito, incontrollabile e sadicamente esilarante: questa la metafora principale di un film che riesce sempre a stupire e divertire e dove anche un piatto di spaghetti sa convertirsi in un elemento di brutalità. Solo con una forte dose di masochismo, ci mostra il personaggio di Snowflake, si può sopravvivere con positività in un ambiente del genere. Eppure, un finale che scalda il cuore sembra portare quel lieto fine che sembrava impossibile perfino da immaginare. Alcuni passaggi sono un po' forzati e costruiti a tavolino, ma il disegno d'insieme funziona e la tecnica mista utilizzata colpisce nel segno.
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