Il giovane studente Raskolnikov (Peter Lorre) uccide una vecchia usuraia, L'ispettore di polizia Porfirij (Edward Arnold) indaga sull'omicidio ma brancola nel buio. Ma i sensi di colpa non abbandonano lo studente che sarà convinto anche dalla prostituta Sonia (Marian Marsh), con cui ha una relazione, a confessare il proprio delitto e a costituirsi. Modesto adattamento da Delitto e castigo di Dostoevskij. Von Sternberg sceglie di dare al racconto una connotazione melodrammatica, riducendo la componente introspettiva e psicologica, ma così, oltre a tradire lo spirito del testo, incappa in un pasticcio vagamente sentimentale, fiacco, a tratti involontariamente grottesco e piuttosto pretestuoso. Il tema del riscatto attraverso il sacrificio è tra quelli più cari al cineasta di origine austriaca ma, in questo caso, è declinato in maniera superficiale e sbrigativa. E anche la confezione, benché come sempre visivamente mirabile, appare fredda, anonima e fine a se stessa. Qualche interessante suggestione e un paio di scene notevoli (ad esempio l'incipit) non bastano a salvare un prodotto decisamente mediocre e deludente. Inadeguato il cast, spesso sopra le righe e fuori luogo a cominciare dal protagonista Peter Lorre che appare decisamente spaesato. Dimenticabile e dimenticato.