L’innocente
L’innocent
2022
Paese
Francia
Genere
Commedia
Durata
99 min.
Formato
Colore
Regista
Louis Garrel
Attori
Louis Garrel
Roschdy Zem
Anouk Grinberg
Noémie Merlant
Abel (Louis Garrel) è un trentenne in crisi, che deve ancora elaborare il lutto per la scomparsa della moglie e gestire il complesso rapporto con la madre (Anouk Grinberg), un’attrice esuberante ma fragile, che ha appena sposato un ex-detenuto (Roschdy Zem). Dall'incontro con quest'ultimo, sarà coinvolto in una improbabile rapina a un camion carico di caviale che coinvolgerà anche la sua migliore amica (Noémie Merlant), della quale è inconsapevolmente innamorato.
Il quarto lungometraggio di Louis Garrel è un’opera decisamente più complessa e riuscita dei precedenti: lo spettatore è trascinato in un vorticoso mix di generi, toni ed umori, dove tendono a prevalere la commedia sentimentale ed il gangster movie, con un chiaro omaggio alla ricca tradizione del polar francese della seconda metà del secolo scorso. L’attore-regista ripropone con caratteristiche aggiornate il suo alter-ego Abel: un Antoine Doinel contemporaneo, un uomo adulto con atteggiamenti infantili, lavori improbabili (è guida turistica in un acquario), tante certezze sostenute in modo saccente ma altrettante insicurezze e fragilità nei rapporti con le persone che gli sono vicine. In questo senso, da evidenziare che è dichiaratamente autobiografico il rapporto madre-figlio: la vera madre del regista, Brigitte Sy, è effettivamente un’attrice che ha lavorato in prigione e sposato un detenuto, quando Louis era adolescente. Alcuni dei passaggi principali risultano piuttosto scontati e l’amalgama tra i generi non sempre è pienamente riuscita, ma soprattutto la seconda parte riesce a intrattenere e a divertire con la leggerezza e l'intelligenza che contraddistingue l’autore, bravo a circondarsi di co-protagonisti decisamente in parte e funzionali alla storia, portata avanti soprattutto dalle due presenze femminili, intraprendenti, temerarie e romantiche. Presentato fuori concorso alla 75esima edizione del Festival di Cannes e poi alla festa del Cinema di Roma 2023.
Il quarto lungometraggio di Louis Garrel è un’opera decisamente più complessa e riuscita dei precedenti: lo spettatore è trascinato in un vorticoso mix di generi, toni ed umori, dove tendono a prevalere la commedia sentimentale ed il gangster movie, con un chiaro omaggio alla ricca tradizione del polar francese della seconda metà del secolo scorso. L’attore-regista ripropone con caratteristiche aggiornate il suo alter-ego Abel: un Antoine Doinel contemporaneo, un uomo adulto con atteggiamenti infantili, lavori improbabili (è guida turistica in un acquario), tante certezze sostenute in modo saccente ma altrettante insicurezze e fragilità nei rapporti con le persone che gli sono vicine. In questo senso, da evidenziare che è dichiaratamente autobiografico il rapporto madre-figlio: la vera madre del regista, Brigitte Sy, è effettivamente un’attrice che ha lavorato in prigione e sposato un detenuto, quando Louis era adolescente. Alcuni dei passaggi principali risultano piuttosto scontati e l’amalgama tra i generi non sempre è pienamente riuscita, ma soprattutto la seconda parte riesce a intrattenere e a divertire con la leggerezza e l'intelligenza che contraddistingue l’autore, bravo a circondarsi di co-protagonisti decisamente in parte e funzionali alla storia, portata avanti soprattutto dalle due presenze femminili, intraprendenti, temerarie e romantiche. Presentato fuori concorso alla 75esima edizione del Festival di Cannes e poi alla festa del Cinema di Roma 2023.
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