Old
Old
2021
Paese
Usa
Genere
Thriller
Durata
108 min.
Formato
Colore
Regista
M. Night Shyamalan
Attori
Gael García Bernal
Vicky Krieps
Rufus Sewell
Alex Wolff
Thomasin McKenzie
Ken Leung
Abbey Lee
Eliza Scanlen
Aaron Pierre
Nikki Amuka-Bird
Una famiglia parte per una vacanza in un resort di lusso. Da poco arrivati in questo vero e proprio paradiso terrestre, genitori e figli si avventurano, su consiglio del responsabile dell’albergo, in una piccola spiaggia misteriosa e affascinante. Molto presto però accadranno cose strane: in acqua c’è un cadavere e i bambini sembrano iniziare a crescere improvvisamente.
Ispirato al graphic novel Il castello di sabbia di Pierre Oscar Levy e Frederick Peeters, Old è un film che amplia la struttura narrativa del testo di partenza, soprattutto in una parte conclusiva che rappresenta sia un possibile compromesso commerciale a cui è sceso il regista sia un ingrandimento affascinante e simbolico dei temi iniziali del fumetto. Attraverso una regia che gioca meravigliosamente col fuori campo, per continuare a riportarci a un ambiente respingente e sublime allo stesso tempo, Shyamalan crea un lungometraggio ad alta tensione, che gioca con le dinamiche tipiche del cinema di Hitchcock fin dai titoli di testa (i cui font sembrano invecchiare come i personaggi in scena). Non è soltanto un’esplicita riflessione sulla “scadenza del tempo” del genere umano, ma anche una pellicola che crea metafore esistenziali, toccando anche il ruolo delle case farmaceutiche in questo contesto. Soprattutto, però, Old è un emozionante melodramma famigliare, che in alcuni casi perde la bussola con qualche sequenza fuori luogo, ma che complessivamente regge benissimo la tensione generale e i tanti, importanti spunti che propone. È anche un film sul cinema, non soltanto per le citazioni che toccano anche Missouri (“il film con Jack Nicholson e Marlon Brando”) o i possibili riferimenti a L’angelo sterminatore di Buñuel, ma anche per come sia un lungometraggio sull’atto del guardare, voyeuristico tanto per alcune dinamiche di sceneggiatura quanto per i movimenti che compie la macchina da presa. Non è un caso che il “regista” che porta sul “set” gli attori e poi li filmi sia interpretato dallo stesso M. Night Shyamalan. Il risultato è un prodotto imperfetto ma da vedere e su cui riflettere a lungo, come per buona parte della filmografia del regista indiano, autore di Unbreakable e The Village.
Ispirato al graphic novel Il castello di sabbia di Pierre Oscar Levy e Frederick Peeters, Old è un film che amplia la struttura narrativa del testo di partenza, soprattutto in una parte conclusiva che rappresenta sia un possibile compromesso commerciale a cui è sceso il regista sia un ingrandimento affascinante e simbolico dei temi iniziali del fumetto. Attraverso una regia che gioca meravigliosamente col fuori campo, per continuare a riportarci a un ambiente respingente e sublime allo stesso tempo, Shyamalan crea un lungometraggio ad alta tensione, che gioca con le dinamiche tipiche del cinema di Hitchcock fin dai titoli di testa (i cui font sembrano invecchiare come i personaggi in scena). Non è soltanto un’esplicita riflessione sulla “scadenza del tempo” del genere umano, ma anche una pellicola che crea metafore esistenziali, toccando anche il ruolo delle case farmaceutiche in questo contesto. Soprattutto, però, Old è un emozionante melodramma famigliare, che in alcuni casi perde la bussola con qualche sequenza fuori luogo, ma che complessivamente regge benissimo la tensione generale e i tanti, importanti spunti che propone. È anche un film sul cinema, non soltanto per le citazioni che toccano anche Missouri (“il film con Jack Nicholson e Marlon Brando”) o i possibili riferimenti a L’angelo sterminatore di Buñuel, ma anche per come sia un lungometraggio sull’atto del guardare, voyeuristico tanto per alcune dinamiche di sceneggiatura quanto per i movimenti che compie la macchina da presa. Non è un caso che il “regista” che porta sul “set” gli attori e poi li filmi sia interpretato dallo stesso M. Night Shyamalan. Il risultato è un prodotto imperfetto ma da vedere e su cui riflettere a lungo, come per buona parte della filmografia del regista indiano, autore di Unbreakable e The Village.
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