Trap
Trap
2024
Paesi
Gran Bretagna, Yemen, Usa
Generi
Thriller, Horror
Durata
105 min.
Formato
Colore
Regista
M. Night Shyamalan
Attori
Josh Hartnett
Ariel Donoghue
Hayley Mills
Saleka Shyamalan
Alison Pill
Un padre (Josh Hartnett) accompagna la figlia a un concerto pop rimanendo suo malgrado coinvolto in una serie di misteriosi eventi. Il concerto, infatti, si rivela essere una trappola pianificata dalla polizia per incastrare un serial killer noto come "Il Macellaio". L'omicida scopre tutto una volta giunto all'esibizione, ma riuscirà a farla franca o verrà finalmente catturato?
Da sempre evidente fan del cinema di Alfred Hitchcock, M. Night Shyamalan – soltanto un anno dopo il precedente Bussano alla porta (2023) – firma quello che è il suo film più hitchcockiano in assoluto, a partire dalla scelta dell’ambientazione claustrofobica che domina tutta la prima parte della pellicola: l’arena in cui si svolge il concerto è un labirinto, soprattutto psicologico, da cui è apparentemente impossibile scappare, uno spazio mentale in cui gli schermi si moltiplicano e in cui il regista indiano gioca meravigliosamente con lo sguardo. Dominano soggettive e sguardi in macchina, gli occhi dei fan – e dei loro cellulari – sono tutti rivolti alla diva che domina il palcoscenico, mentre gli schermi di sorveglianza e gli occhi degli agenti cercano di cogliere il misterioso Macellaio per poterlo incastrare. Shyamalan, come fa praticamente sempre, prima che narrare è interessato ad analizzare, il nostro presente e il contesto mediatico in cui si muove, riuscendo a dare vita a una serie di riflessioni teoriche sottili, non semplici su cui ragionare ma capace di dare spunti di riflessione tutt’altro che banali. Il protagonista è doppio, esplicitamente e implicitamente (per come gioca anche con noi spettatori), e non è un caso se la prenda con persone integre per farle a pezzi, scorporandole e distruggendole per rappresentare anche la nostra realtà in cui lo sfalsamento percettivo a cui siamo soggetti, tra mondo reale e virtuale, si fa sempre più eccessivo e inquietante. Non mancano alcune ingenuità narrative, facilonerie non trascurabili in una seconda parte in cui si perde anche un pizzico di coinvolgimento, ma Trap rimane fino al termine un prodotto intelligente che gioca con le nostre aspettative e in cui non ha molto senso parlare situazioni poco credibili perché è esattamente ciò che il film (o il mondo di oggi?) diventa sempre di più, minuto dopo minuto. Molteplici i riferimenti a Psycho, ma attenzione a una spirale sui capelli biondi di un altro personaggio che gioca con la duplicità e che non può che far pensare a La donna che visse due volte. Ottima prova di Josh Hartnett in uno dei ruoli più complicati della sua carriera. La popstar Lady Raven è invece interpreta da Saleka Shyamalan, figlia del regista.
Da sempre evidente fan del cinema di Alfred Hitchcock, M. Night Shyamalan – soltanto un anno dopo il precedente Bussano alla porta (2023) – firma quello che è il suo film più hitchcockiano in assoluto, a partire dalla scelta dell’ambientazione claustrofobica che domina tutta la prima parte della pellicola: l’arena in cui si svolge il concerto è un labirinto, soprattutto psicologico, da cui è apparentemente impossibile scappare, uno spazio mentale in cui gli schermi si moltiplicano e in cui il regista indiano gioca meravigliosamente con lo sguardo. Dominano soggettive e sguardi in macchina, gli occhi dei fan – e dei loro cellulari – sono tutti rivolti alla diva che domina il palcoscenico, mentre gli schermi di sorveglianza e gli occhi degli agenti cercano di cogliere il misterioso Macellaio per poterlo incastrare. Shyamalan, come fa praticamente sempre, prima che narrare è interessato ad analizzare, il nostro presente e il contesto mediatico in cui si muove, riuscendo a dare vita a una serie di riflessioni teoriche sottili, non semplici su cui ragionare ma capace di dare spunti di riflessione tutt’altro che banali. Il protagonista è doppio, esplicitamente e implicitamente (per come gioca anche con noi spettatori), e non è un caso se la prenda con persone integre per farle a pezzi, scorporandole e distruggendole per rappresentare anche la nostra realtà in cui lo sfalsamento percettivo a cui siamo soggetti, tra mondo reale e virtuale, si fa sempre più eccessivo e inquietante. Non mancano alcune ingenuità narrative, facilonerie non trascurabili in una seconda parte in cui si perde anche un pizzico di coinvolgimento, ma Trap rimane fino al termine un prodotto intelligente che gioca con le nostre aspettative e in cui non ha molto senso parlare situazioni poco credibili perché è esattamente ciò che il film (o il mondo di oggi?) diventa sempre di più, minuto dopo minuto. Molteplici i riferimenti a Psycho, ma attenzione a una spirale sui capelli biondi di un altro personaggio che gioca con la duplicità e che non può che far pensare a La donna che visse due volte. Ottima prova di Josh Hartnett in uno dei ruoli più complicati della sua carriera. La popstar Lady Raven è invece interpreta da Saleka Shyamalan, figlia del regista.
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