Bussano alla porta
Knock at the Cabin
2023
Paese
Usa
Generi
Horror, Thriller
Durata
110 min.
Formato
Colore
Regista
M. Night Shyamalan
Attori
Dave Bautista
Rupert Grint
Nikki Amuka-Bird
Jonathan Groff
Ben Aldridge
Kristen Cui
Abby Quinn
La piccola Wen (Kristen Cui) e i suoi due papà, Eric e Andrew (Jonathan Groff e Ben Aldridge), decidono di trascorrere qualche giorno in una casa isolata in mezzo ai boschi, completamente circondati e immersi nella natura. Mentre sta giocando nella foresta, però, Wen si imbatte in un uomo grosso e robusto di nome Leonard (Dave Bautista), che si pone in modo gentile e sembra interessato a parlare con lei. Poco dopo l'arrivo di Leonard, Wen nota che altre tre persone (Rupert Grint, Nikki Amuka-Bird e Abby Quinn) si stanno avvicinando, tutte con in mano diversi strumenti e oggetti: i quattro sconosciuti chiederanno alla famiglia di compiere una scelta impensabile per evitare l'apocalisse.
Quando la tragedia greca incontra la simbologia biblica: si potrebbe riassumere così Bussano alla porta, film che parte con un classico canovaccio da film dell’orrore con una casa isolata nel bosco in cui ben presto spunta una minaccia che arriva dall’esterno. La differenza immediata però è la cordialità con cui si presenta il capobanda Leonard, interpretato da un Dave Bautista credibile e controllato più che mai, così come i modi garbati che il gruppo dei quattro sconosciuti utilizza per presentarsi. I toni della tragedia greca sono costanti e come riferimento più esplicito si può pensare a Euripide e, in particolare, alla sua opera Ifigenia in Aulide, mentre i rimandi biblici si muovono tra episodi come il sacrificio di Isacco da parte di Abramo al Libro dell’Apocalisse, richiamato fin troppo didascalicamente dalla narrazione (non c’era bisogno di citare i quattro cavalieri…), oppure alla presenza delle cavallette fin dalla primissima inquadratura. Nonostante alcuni passaggi troppo spiegati che rischiano di togliere un certo fascino alla narrazione, Bussano alla porta è un prodotto intelligente e di forte attualità, con cui M. Night Shyamalan si conferma uno dei più attenti narratori delle paure contemporanee: la minaccia ambientale (tsunami e terremoti come causa di una sorta di punizione divina), il crollo della tecnologia (di grande effetto la scena degli aerei che cadono) e persino il tema di una diffusione pandemica sono trattati in maniera efficace e tutt’altro che banale, riuscendo anche a generare una grande tensione nello spettatore. Seppur tra i precedenti film del regista quello che viene subito in mente è E venne il giorno, non mancano i richiami con gli spazi chiusi di Servant, potente serie tv la cui quarta stagione è uscita praticamente in contemporanea con Bussano alla porta, e con la minaccia di non poter uscire da un luogo circoscritto come in Old, il suo lungometraggio precedente.
Quando la tragedia greca incontra la simbologia biblica: si potrebbe riassumere così Bussano alla porta, film che parte con un classico canovaccio da film dell’orrore con una casa isolata nel bosco in cui ben presto spunta una minaccia che arriva dall’esterno. La differenza immediata però è la cordialità con cui si presenta il capobanda Leonard, interpretato da un Dave Bautista credibile e controllato più che mai, così come i modi garbati che il gruppo dei quattro sconosciuti utilizza per presentarsi. I toni della tragedia greca sono costanti e come riferimento più esplicito si può pensare a Euripide e, in particolare, alla sua opera Ifigenia in Aulide, mentre i rimandi biblici si muovono tra episodi come il sacrificio di Isacco da parte di Abramo al Libro dell’Apocalisse, richiamato fin troppo didascalicamente dalla narrazione (non c’era bisogno di citare i quattro cavalieri…), oppure alla presenza delle cavallette fin dalla primissima inquadratura. Nonostante alcuni passaggi troppo spiegati che rischiano di togliere un certo fascino alla narrazione, Bussano alla porta è un prodotto intelligente e di forte attualità, con cui M. Night Shyamalan si conferma uno dei più attenti narratori delle paure contemporanee: la minaccia ambientale (tsunami e terremoti come causa di una sorta di punizione divina), il crollo della tecnologia (di grande effetto la scena degli aerei che cadono) e persino il tema di una diffusione pandemica sono trattati in maniera efficace e tutt’altro che banale, riuscendo anche a generare una grande tensione nello spettatore. Seppur tra i precedenti film del regista quello che viene subito in mente è E venne il giorno, non mancano i richiami con gli spazi chiusi di Servant, potente serie tv la cui quarta stagione è uscita praticamente in contemporanea con Bussano alla porta, e con la minaccia di non poter uscire da un luogo circoscritto come in Old, il suo lungometraggio precedente.
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