I giochi olimpici di Tokyo del 1964, secondo il regista Kon Ichikawa. Si apre e si chiude con l'immagine del sole, che riempie lo schermo e che tanto ricorda la bandiera del Giappone, Le olimpiadi di Tokyo, documentario su commissione firmato dal regista de L'arpa birmana (1956) e di Fuochi nella pianura (1959). Inizialmente gli organi competenti, prima di scegliere Kon Ichikawa, contattarono Akira Kurosawa, che declinò l'offerta. Il regista giapponese, noto per L'arpa birmana del 1956, ha creato un'efficace sinfonia visiva, dove le immagini dei volti curiosi degli spettatori si alternano a quelli concentrati degli atleti. La pellicola si sviluppa cronologicamente (dall'accensione della fiamma olimpica fino alla maratona), ma è ben distante dal risultare un progetto didascalico e semplicistico come potrebbe apparire a prima vista. Grazie al montaggio, si sviluppa un lungometraggio emozionante, costruito con grande armonia e dal forte respiro cinematografico. Prima di Ichikawa, soltanto Leni Riefenstahl (con Olympia del 1938) era riuscita nell'impresa di trasformare un documentario sulle olimpiadi in un vero e proprio saggio di regia per il grande schermo. Le olimpiadi di Tokyo venne presentato fuori concorso al Festival di Cannes del 1965.