Kenji Kenmochi (Ganjirō Nakamura) è un uomo di mezz'età, impotente e incapace di soddisfare la più giovane moglie Ikuko (Machiko Kyō). Disperato per aver perso tutta la sua virilità, Kenmochi spia la figlia (Junko Kanō) in intimità col suo fidanzato (Tatsuya Nakadai) e scopre che la gelosia lo può rendere nuovamente attivo. E se, al posto di sua figlia, accanto al ragazzo ci fosse sua moglie? Il suo piano avrà tragiche conseguenze. Tratto dal noto romanzo di Jun'ichirō Tanizaki (da cui prenderà spunto anche Tinto Brass per il suo La chiave del 1983), il film di Kon Ichikawa mette insieme una serie di tematiche di ampio respiro: il voyeurismo, i rapporti familiari, la perversione, la frustrazione sessuale. Il regista giapponese (che sempre nel 1959 ha realizzato anche lo splendido Fuochi nella pianura) sa bene come dosare tutti gli ingredienti, e il risultato è una pellicola indubbiamente interessante, ricca di spunti di riflessione e orchestrata con ottima cura. Peccato, però, che il tutto rimanga un po' troppo distante, incapace di emozionare e coinvolgere come dovrebbe. Accattivante nella prima parte, il film cala leggermente alla distanza pur mantenendosi sempre sopra la soglia della sufficienza. Premio della Giuria al Festival di Cannes.