Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio
Pepi, Luci, Bom y otras chicas del montón
1980
Paese
Spagna
Generi
Commedia, Grottesco
Durata
82 min.
Formato
Colore
Regista
Pedro Almodóvar
Attori
Carmen Maura
Félix Rotaeta
Olvido Gara Alaska
Eva Siva
Concha Grégori
Kiti Manver
Cecilia Roth
La giovane Pepi (Carmen Maura), dopo essere stata violentata da un poliziotto, si vendica nei confronti dell'uomo traviando sua moglie, una donna dalla sessualità repressa con tendenze masochiste.
Il secondo lungometraggio di Pedro Almodóvar (dopo Folle... folle... fólleme Tim!, del 1978) racchiude in germe tutto l'universo psichedelico costituito da sesso, perversioni e spirito anarchico che contraddistinguerà i suoi lavori successivi. Originariamente concepito come un fotoromanzo pornografico, il film è un'opera seconda sgangherata che ha il pregio di trasmettere un desiderio di libertà individuale al di là di ogni convenzione sociale che diventa testimonianza di un'epoca e di un Paese. Totalmente sconclusionata, la pellicola ha permesso di evidenziare il talento grottesco del regista iberico e la disinvoltura con cui si muove negli ambienti underground, nonostante una sceneggiatura ai limiti del ridicolo e un apparato visivo alquanto artigianale. Una Madrid post-franchista caotica e colorata fa da scenario ideale a una passerella di stralunati personaggi trash. Forse l'unico modo per apprezzarlo è guardarlo dopo l'uso di sostanze stupefacenti.
Il secondo lungometraggio di Pedro Almodóvar (dopo Folle... folle... fólleme Tim!, del 1978) racchiude in germe tutto l'universo psichedelico costituito da sesso, perversioni e spirito anarchico che contraddistinguerà i suoi lavori successivi. Originariamente concepito come un fotoromanzo pornografico, il film è un'opera seconda sgangherata che ha il pregio di trasmettere un desiderio di libertà individuale al di là di ogni convenzione sociale che diventa testimonianza di un'epoca e di un Paese. Totalmente sconclusionata, la pellicola ha permesso di evidenziare il talento grottesco del regista iberico e la disinvoltura con cui si muove negli ambienti underground, nonostante una sceneggiatura ai limiti del ridicolo e un apparato visivo alquanto artigianale. Una Madrid post-franchista caotica e colorata fa da scenario ideale a una passerella di stralunati personaggi trash. Forse l'unico modo per apprezzarlo è guardarlo dopo l'uso di sostanze stupefacenti.
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