Seymour (Jonathan Haze) è un fiorista che si ritrova ad avere a che fare con una misteriosa pianta carnivora golosa di sangue umano. L'uomo sarà costretto ad uccidere per poterla nutrire. Roger Corman aveva già dato pieno sfogo al suo humour nero con il precedente Un secchio di sangue (1959), con cui La piccola bottega degli orrori ha molto in comune. Si tratta di una pellicola divertente e anticonvenzionale, che sfrutta al meglio il copione di partenza di Charles B. Griffith, costellato di personaggi bizzarri (si pensi al giovanissimo Jack Nicholson, quasi esordiente, nei panni del masochista paziente di un dentista sadico) e ricco di situazioni grottesche. Girato da Corman con un budget minimo e in pochissimo tempo (la leggenda vuole che il set sia stato noleggiato per due giorni e una notte) è un film dal buon ritmo, leggermente penalizzato da un piccolo calo nella seconda parte. Forse sopravvalutato dai fan del regista, ma l'alone di culto se lo merita tutto. Rifatto da Frank Oz in chiave musicale nel 1986.