L'affascinante, sensuale e impudente Lulù (Melanie Griffith) fa piombare un agente di cambio (Jeff Daniels) in un fine settimana che potrebbe frantumare le stabili sicurezze del suo tranquillo ménage familiare, spazzandolo via col fascino irresistibile della vita turbolenta e della trasgressione.

Una delle commedie più iconiche degli anni '80, rappresentativa al sommo grado di una sotterranea tendenza al ribellismo acido e libertario di quell'epoca derivato, sembrerebbe, da rimasugli sessantottini riletti all'insegna di un nuovo conformismo borghese, socialmente più rassicurante sulla carta ma nei fatti ancora più mostruoso. È un film sullo stravolgimento esistenziale dell'ordinary man di turno, prontamente fagocitato dentro situazioni surreali secondo un modello hitchcockiano piuttosto caro a Demme e che viene anch'esso riformulato in chiave quasi slapstick, dove la commedia nera incontra una forma sghignazzata di espressionismo. Un brutto sogno alla luce del sole, in cui le tentazioni assumono il volto luciferino e ambiguo di un'assenza di coordinate e di un depistaggio continuo, nel quale nessuno è come sembra e il traviamento dello spettatore è parte integrante del gioco al massacro, divertente e ritmato finché si vuole ma innegabilmente famelico. Jeff Daniels, Melanie Griffith e Ray Liotta irresistibili. Colonna sonora di John Cale, David Byrne e Laurie Anderson e gustosi camei dei registi John Sayles (il poliziotto in moto) e John Waters (il venditore di automobili).