Romanzo popolare
1974
Paesi
Italia, Francia
Generi
Commedia, Sentimentale, Grottesco
Durata
112 min.
Formato
Colore
Regista
Mario Monicelli
Attori
Ugo Tognazzi
Ornella Muti
Michele Placido
Pippo Starnazza
Beppe Viola
Alvaro Vitali
L'operaio milanese cinquantenne Giulio Basletti (Ugo Tognazzi) sposa la diciassettenne avellinese Vincenzina (Ornella Muti), di cui era stato padrino anni prima. La coppia vivrà un particolare momento di crisi quando il giovane poliziotto Giovanni (Michele Placido) decide di intromettersi nel matrimonio.
Raramente commedia e dramma popolare hanno trovato un così perfetto equilibrio nella filmografia di Mario Monicelli. Il grigio ambiente padano anni '70 è lo sfondo di una vicenda che tocca i più importanti contrasti dell'epoca: lo scontro politico, la lotta di classe, i conflitti con le nuove generazioni e le differenze socio-culturali tra nord e sud. La pellicola mette in scena una Milano fredda, livida e operaia come mai prima d'ora era stato fatto, grazie ai notevoli contributi di Lorenzo Baraldi (scenografia) e Luigi Kuveiller (fotografia). Una città imbruttita da un boom economico che sembra ormai un lontano ricordo, in cui inizia a divenire flebile la differenza tra il milanese e l'immigrato. Particolarmente poetica è la scena in cui Giulio, sul terrazzo del palazzo, confida tutto il suo attaccamento alla causa operaia a Vincenzina («Lo sai che quando un operaio vede il fumo della fabbrica è come un bambino davanti a un panettone»). Le musiche, curate dal milanese doc Enzo Jannacci, sono il giusto accompagnamento per un racconto metropolitano malinconico e viscerale. Il cast, capace di rappresentare il contrasto generazionale, è un altro dei punti di forza del film: la commistione tra attori affermati e giovani talenti si rivela essere la scelta azzeccata. Il grande carisma di Ugo Tognazzi non oscura affatto le belle prove di Ornella Muti e di Michele Placido. Miglior sceneggiatura ai David di Donatello del 1975, il film fu uno dei campioni d'incassi della stagione.
Raramente commedia e dramma popolare hanno trovato un così perfetto equilibrio nella filmografia di Mario Monicelli. Il grigio ambiente padano anni '70 è lo sfondo di una vicenda che tocca i più importanti contrasti dell'epoca: lo scontro politico, la lotta di classe, i conflitti con le nuove generazioni e le differenze socio-culturali tra nord e sud. La pellicola mette in scena una Milano fredda, livida e operaia come mai prima d'ora era stato fatto, grazie ai notevoli contributi di Lorenzo Baraldi (scenografia) e Luigi Kuveiller (fotografia). Una città imbruttita da un boom economico che sembra ormai un lontano ricordo, in cui inizia a divenire flebile la differenza tra il milanese e l'immigrato. Particolarmente poetica è la scena in cui Giulio, sul terrazzo del palazzo, confida tutto il suo attaccamento alla causa operaia a Vincenzina («Lo sai che quando un operaio vede il fumo della fabbrica è come un bambino davanti a un panettone»). Le musiche, curate dal milanese doc Enzo Jannacci, sono il giusto accompagnamento per un racconto metropolitano malinconico e viscerale. Il cast, capace di rappresentare il contrasto generazionale, è un altro dei punti di forza del film: la commistione tra attori affermati e giovani talenti si rivela essere la scelta azzeccata. Il grande carisma di Ugo Tognazzi non oscura affatto le belle prove di Ornella Muti e di Michele Placido. Miglior sceneggiatura ai David di Donatello del 1975, il film fu uno dei campioni d'incassi della stagione.
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