Nel 1896, ai tempi della corsa all'oro nello Yukon, i soci Jeff Webster (James Stewart) e Ben Tatum (Walter Brennan) cercano di portare una mandria oltre il confine canadese per fare affari con i cercatori d'oro. La zona è però controllata dall'arrogante e spietato Gannon (John McIntire). Quarto western con Anthony Mann dietro alla macchina da presa e James Stewart nelle vesti di protagonista, Terra lontana è per certi versi speculare al precedente Là dove scende il fiume (1952), altra perla che segnò la collaborazione tra attore e regista, a cura del medesimo sceneggiatore Borden Chase. Anche in questo caso, si rappresenta la grande epopea americana (in particolare, l'episodio della febbre dell'oro nel Klondike), leggendo la Storia da una prospettiva di profonda critica morale. In un racconto narrativamente complesso, dove la spettacolarità non va a discapito dell'analisi dei personaggi, l'autore tratteggia con maestria le aberrazioni dell'avidità umana, incarnate dal tirannico villain del notevolissimo John McIntire; vi si contrappone l'importanza dello spirito comunitario come seme di civiltà cui si deve necessariamente piegare anche l'individualismo egoista e ostinato di Webster/Stewart, qui più che mai personificazione dell'antieroe del western crepuscolare. Come sempre sotto la direzione di Mann, l'attore regala una magnifica interpretazione, ma il folto gruppo di caratteristi non è da meno. Circola purtroppo una versione italiana che ha sostituito malamente il doppiaggio originale con voci nuove, inficiando in parte il piacere della visione. Fotografia di William H. Daniels.