Durante una crociera nel Mediterraneo, la snob e classista Raffaella Pavone Lanzetti (Mariangela Melato), moglie di un industriale milanese, naufraga insieme al marinaio comunista Gennarino Carunchio (Giancarlo Giannini), che odia ogni forma di ostentazione capitalista. Finiranno su un'isola deserta, lottando per sopravvivere: la convivenza si rivelerà tutt'altro che facile.
Tra avventura, sentimento e satira politica, Lina Wertmüller dirige e sceneggia una commedia caustica e grottesca, perseguendo con coerenza la sua idea di cinema sociale. Dopo l'asse Catania-Torino di Mimì metallurgico ferito nell'onore (1972), la lotta di classe trova compimento nell'azzurro mare sardo: l'isola deserta dove i due protagonisti riparano si fa metafora geografica di un mondo primordiale, libero e scevro dalle sovrastrutture sociali, dove l'unica realizzazione possibile diventa l'ostinato istinto di sopravvivenza. «Ve la siete inventati voi borghesi, la volgarità!» grida Carunchio, scagliandosi contro la ricca industriale: la società moderna, vista come ingranaggio deformante che crea squilibri tra l'onnipotenza borghese e la disperazione proletaria, diventa quindi il mezzo primario per denunciare le imprescindibili contraddizioni nazionali (esemplificate nell'amaro finale). Qualche lungaggine di troppo, soprattutto nella parte centrale, e alcuni dialoghi eccessivamente caricaturali, ma la tesi fondante colpisce nel segno e gli interpreti si rivelano in stato di grazia, regalando sequenze da antologia (il primo scatto d'ira di Gennarino, che schiaffeggia violentemente l'odiata padrona per vendicarsi dei torti subiti). Musiche di Piero Piccioni. Orrido remake del 2002 (Travolti dal destino), diretto da Guy Ritchie.