Gangacharan (Soumitra Chatterjee), brahmino in un villaggio rurale, svolge all'interno della comunità varie importanti funzioni: è ministro del culto, medico e maestro. Nel 1943, durante la Seconda guerra mondiale, lui e sua moglie (Bobita) soffrono la carestia provocata dal conflitto bellico nonostante la loro posizione sociale. Nel 1943 il Bengala fu colpito da quella che è stata definita la più grande carestia provocata dall'uomo. L'ostilità del Giappone all'interno dello scacchiere asiatico determinò in India l'interruzione degli approvvigionamenti di riso e altri generi di prima necessità, causando la perdita di milioni di vite umane. Sullo sfondo di questa catastrofe umanitaria si svolge la vicenda raccontata nella pellicola, ambientata in uno sperduto centro rurale del Bengala. Il protagonista all'interno di questo specifico contesto sociale è uno dei soggetti più in vista: il suo ruolo gli garantisce privilegi anche in concomitanza di eventi eccezionali come durante una carestia e lui non esita ad accettarli. Sua moglie, però, è dotata di una diversa sensibilità e spinge il marito verso una maggiore condivisione con chi è nella miseria. Suggestivo nella messa in scena, in cui dominano gli spazi aperti e sono frequenti gli scorci naturalistici, non raggiunge tuttavia le vette toccate da altri film del regista, rimanendo ancorato a un registro piuttosto illustrativo e cadendo in qualche eccesso di patetismo. Fu comunque premiato con l'Orso d'oro a Berlino, uno dei riconoscimenti più prestigiosi vinti dal maestro indiano nella sua carriera.