Inghilterra vittoriana. La bella Batsheba Everden (Carey Mulligan), ragazza di campagna cresciuta dagli zii, è decisa a rimanere indipendente nonostante le abitudini della società dell'epoca. Il suo fascino, però, non passa inosservato e diversi uomini persistono a farle la corte: tra questi, il solitario e benestante fittavolo Gabriel Oak (Matthias Schoenaerts) che, tempo dopo, finirà per lavorare nella proprietà di lei come fattore.
Nuovo adattamento del romanzo omonimo di Thomas Hardy del 1874, già portato sul grande schermo da John Schlesinger nel 1967. Vinterberg cambia totalmente registro dopo Il sospetto (2012) e passa a dirigere un melodramma in costume dal sapore letterario, con cui indaga la psiche femminile e la tenacia di una ragazza che si vuole nubile in uno spazio e in un tempo dove tale desiderio non poteva esistere, o quasi. La confezione è impeccabile (notevole la fotografia ed efficace la colonna sonora), ma si fatica a capire la necessità di una tale operazione: le riflessioni portate avanti erano moderne all'epoca, il copione è facilmente prevedibile e il tutto rimane un po' troppo freddo e incapace di coinvolgere come avrebbe voluto. Nonostante l'elegante cornice, così, rimane poco al termine di una visione di cui si poteva anche fare a meno. Brava Carey Mulligan, nettamente la migliore in campo.