Nell'immaginaria cittadina di Derry, nel Maine, quattro amici d'infanzia (Thomas Jane, Jason Lee, Damian Lewis e Timothy Olyphant) si ritrovano come ogni anno per una battuta di caccia tra i boschi. I loro poteri telepatici, ricevuti in dono in tenera età quando salvarono un giovane affetto dalla sindrome di Down dal pestaggio di un gruppo di bulli, gli verranno utili per sconfiggere un misterioso attacco alieno e per combattere lo psicopatico colonnello Curtis (Morgan Freeman).

Tratto dall'omonimo romanzo (2001) di Stephen King, un improponibile fanta-horror di ambizione sociologica che palesa quanto Kasdan (anche sceneggiatore, insieme a William Goldman) non riesca a padroneggiare una materia narrativa a dir poco sconclusionata. Le parentesi filosofico-esistenziali si scontrano con inserti ironici fuori luogo e con una totale mancanza di omogeneità nella scrittura, che fatica a tenere insieme una vicenda curiosamente scissa. Omaggio tardivo e inutile alla sci-fi classica che, se nella pagina scritta si carica di stratificate valenze metaforiche (soprattutto riguardanti la storia americana del secolo scorso), sullo schermo appare totalmente inconcludente. Una parabola sciaguratamente ambiziosa. L'acchiappasogni del titolo è il bambino ritardato che ha regalato i poteri ai suoi quattro salvatori.