California, Western University. Le continue sconfitte della sua mediocre squadra di basket e il desiderio di rivalsa spingono l'allenatore Pete Bell (Nick Nolte) a infrangere le regole, reclutando talentuosi giocatori a suon di dollari e macchine costose. Finirà male. Ennesima variazione, tipicamente americana, sul tema dello sport come metafora di vita: il regista William Friedkin tenta di giocare la carta del cinismo (i soldi comprano qualunque cosa), ma finisce nella retorica e nel buonismo più sfrenati (barare porta alla rovina, sempre e comunque). Una serie di stereotipi confermata dalla figura di Bell, allenatore irascibile e sboccato che non sa perdere, in perenne lotta con se stesso e con chi lo circonda. Regia svogliata, che tenta di appigliarsi a un montaggio veloce per rendere la frenesia della competizione. Film decisamente poco riuscito: si salva solo l'interpretazione di Nick Nolte, discreto nello strutturare un personaggio fondamentalmente inconsistente. Gran sfilata di celebri cestisti: Shaquille O'Neal (Neon), Penny Hardaway (Butch), Matt Nover (Ricky), Bob Cousy (Vic). Sceneggiatura di Ron Shelton.