New York, 31 gennaio 1943. Va in scena per la prima, a Broadway, Oklahoma!, spettacolo che corona il successo del compositore Richard Rodgers (Andrew Scott). L'evento condurrà Lorenz Hart (Ethan Hawke), sodale collaboratore di Rodgers, a fare i conti con il proprio passato e le proprie paure.

Per il suo venticinquesimo lungometraggio da regista, Richard Linklater "si chiude a teatro", portando in scena una storia che rispetta quasi del tutto l'unità di tempo, luogo e azione e che, nell'ambiente drammaturgico, vi è intrisa dall'inizio alla fine. Si parla di musical, di canzoni, di recitazione, di regia, di scenografia, di spettacolo... Insomma, si parla di tutto eccetto che di cinema (anche se in realtà la Settima Arte è presente qua e là piuttosto esplicitamente), eppure è evidente che il discorso che interessa maggiormente al cineasta è quello relativo proprio alla sua principale passione. Tornando a collaborare con il suo alter ego per eccellenza, uno stratosferico Ethan Hawke, Blue Moon è un vero e proprio gioiello, tanto asciutto e appassionante quanto stratificato e complesso. Il doppio, la maschera, gli amori e le tensioni sociali (tutte tematiche e ossessioni presenti da sempre nella filmografia di Linklater) vengono nuovamente posti sotto le cineprese dell'autore, che dimostra ancora una volta di essere uno tra i più bravi a saper lavorare con l'equilibrio e la leggerezza senza lasciar mai trasparire la grande ricerca e la sfidante difficoltà di riuscire a far sembrare semplice e lineare ciò che invece nasconde al suo interno una cura invidiabile. Nel cast, anche Bobby Cannavale, Margaret Qualley e Andrew Scott, il quale ha vinto l'Orso d'argento per la miglior interpretazione da non protagonista al Festival di Berlino 2025, dove il film è stato presentato in Concorso.