Nella Spagna del Cinquecento, Pedro de Vargas (Tyrone Power) è un gentiluomo nei guai con la legge per aver aiutato uno schiavo, scatenando così la rabbia del suo padrone (John Sutton). L'uomo decide dunque di prendere il largo con il conquistador Cortez (Cesar Romero) giungendo nel nuovo mondo per conquistarlo. Con Il capitano di Castiglia, tratto dall'omonimo romanzo di Samuel Shellabarger, Henry King segue le orme stilistiche del precedente Il cigno nero (1942) e dirige senza sbavature un film d'avventura indirizzato a un pubblico giovane e spensierato. La pellicola non ha alcuna mira autoriale, ma si limita (per così dire) a narrare una vicenda dall'ampio respiro stimolando la curiosità verso mondi esotici lontani dall'immaginario comune. Il risultato è godibile e apprezzabile ancora oggi, nonostante alcune ripetizioni di troppo nella seconda parte e un minutaggio a dir poco eccessivo. In ogni caso, King raggiunge gli obiettivi prefissati.