Un documentario costruito a partire dal testo di Joachim Gasquet Ce u'il m'a dir, volume che fonde insieme la corrispondenza tenuta dall'autore col celebre pittore francese Cézanne e le reminiscenze di dialoghi e conversazioni avute tra i due in un intervallo di tempo che va dal 1896 a 1900. Quello di Straub e Huillet è un lavoro che, come spesso accade con i due registi transalpini, si serve di una maniacalità intellettuale nel cucire insieme sollecitazioni e riferimenti, chiavi di lettura e stimoli culturali. In questo caso i due autori firmano un'opera su uno degli esponenti più rilevanti e decisivi del post-impressionismo, in termini soprattutto formali, componendo un'antologia di brani a partire dal testo di partenza: porzioni di scrittura che nelle loro mani diventano ovviamente qualcos'altro, secondo un meccanismo che si conferma all'insegna dell'appropriazione e della rielaborazione. Il risultato è una gemma di neanche un'ora di durata nella quale il filtro offerto da Straub e Huillet all'opera di Cézanne, o meglio alla sua riformulazione linguistica attraverso la parola e l'immagine filmata, è tanto più marcato quanto più straniante, data la volontà instancabile, da parte di entrambi, di interrogare lo spettatore e le sue convinzioni, mettendolo a dura prova e forzandone i limiti. Il risultato finale è simile a un flusso in costante divenire, in cui lo sguardo della coppia provvede a scavare sotto l'usurata e abusata superficie delle cose e dei concetti, dei manuali di storia dell'arte e della tradizione critica consolidata e pigra, per appropriarsi faticosamente di una personale metodologia di scoperta (e di ricerca). Un processo che è un privilegio, per chi guarda, vivere insieme al loro occhio, che tutto osserva e non di rado scruta.