I registi Straub e Huillet donano visibilità ai sopralluoghi realizzati nel museo dei musei nel corso della lavorazione del loro precedente film dedicato al pittore francese Cézanne. A intervenire lo stesso direttore, conoscitore dell'artista, con il quale i due autori avevano intrattenuto stretti rapporti di collaborazione, ovvero Joachim Gasquet. A quattordici anni di distanza da uno dei lavori più significativi della loro carriera, Straub e Huillet ritornano su Paul Cézanne palesando in maniera ancor più evidente le radici di un'ossessione artistica e concettuale nei suoi riguardi che non sembra conoscere davvero limiti e confini di alcun tipo. Ad accomunare le loro espressività, idealmente ma anche pragmaticamente, sembrano suggerirci i registi stessi, è l'attenzione alla tridimensionalità della realtà intesa come verità profonda e viscerale dell'esistenza umana, da ricercare costi quel che costi: un'autenticità ontologica capace, in altre parole, di restituire il reale senza mascheramenti e idealizzazioni, come fatto nudo e crudo. Ma il lavoro di Straub e Huillet stavolta, nonostante le intenzioni, è intellettualmente meno dinamico del solito, e allargando lo sguardo sul Louvre nel tentativo di ampliare il proprio punto di vista sull'arte finisce col disperdere energie e concentrazione, tanto degli autori quanto degli spettatori potenziali.