Un condannato a morte è fuggito
Un condamné à mort s'est échappé
1956
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
99 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Robert Bresson
Attori
François Leterrier
Charles Le Clainche
Maurice Beerblock
Roland Monod
Nella Francia occupata dai nazisti, il membro della resistenza francese Fontaine (François Leterrier) viene rinchiuso in carcere e condannato a morte. Disperato, consapevole che ogni giorno che passa potrebbe essere l'ultimo, organizza una fuga impossibile.
Uno dei più alti risultati del minimalismo cinematografico di Robert Bresson che, sulla base del racconto autobiografico di André Devigny, tocca uno dei vertici della sua carriera artistica. Impegnato per la prima volta con attori non professionisti, il regista francese realizza un caposaldo del cinema carcerario, lontano anni luce da qualsiasi convenzione hollywoodiana. Attraverso un puntuale processo di scarnificazione, Bresson riduce la vicenda all'essenziale, riportando i fatti (reali) senza alcun ornamento cinematografico, concentrandosi su gesti, oggetti e azioni del protagonista (grazie anche alla voce narrante che esprime i suoi pensieri): straordinaria nel suo essenziale rigore, è un'opera di liturgica solennità (significative, in questo senso, le note della Messa in do minore di Wolfgang Amadeus Mozart) in cui il suono (anche fuori campo) e il ritmo delle immagini hanno importanza capitale. Il programmatico rifiuto dell'enfasi recitativa e di ogni possibile risvolto spettacolare diventeranno direttrici fondamentali in tutto il cinema futuro di Bresson. Solitudine, speranza, solidarietà, fiducia nel prossimo e lotta per la libertà (individuale e collettiva, negli anni bui della Seconda guerra mondiale) sono alla base di un racconto simbolico in cui alla profonda spiritualità della Grazia divina si affianca un sottotesto di denuncia derivante dalla drammatica esperienza del regista nella resistenza. Premio per la miglior regia al Festival di Cannes.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare