Un gruppo di poliziotti di una colonia terrestre su Marte è incaricato di prelevare e trasportare un pericoloso criminale (Ice Cube). Giunti alla prigione, si trovano davanti un massacro i cui responsabili sembrano essere gli stessi abitanti del luogo.

Rivitalizzato dal successo commerciale di Vampires (1998), John Carpenter decide di entrare nel nuovo millennio dalla porta principale, con un film di cui firma anche la sceneggiatura in coppia con Larry Sulkis. Celandosi dietro la facciata di film fantascientifico, il regista americano punta nuovamente al western: i panorami marziani dovrebbero richiamare alla mente le praterie nord americane, mentre le gesta di cowboy e indiani trovano la loro controparte nella feroce caccia degli alieni ai colonizzatori terrestri. Sicuramente più convincente nella scrittura rispetto al film precedente, Fantasmi da Marte risulta però troppo debole in tutti gli apparati tecnici: effetti speciali e scenografie, nonostante un budget piuttosto corposo, non appaiono all'altezza delle ambizioni di Carpenter, ancora una volta castrate dal freddo riscontro del pubblico. Il ritmo funziona a fasi alterne, dividendosi tra momenti più suggestivi (nelle prime battute in particolare) ad altri fiacchi e del tutto trascurabili (la conclusione, in primis).