Reduce della Guerra di Corea, il cinico Walt Kovalski (Clint Eastwood) riuscirà a superare i suoi pregiudizi razziali e la sua misantropia grazie all'amicizia con il giovane vicino di casa asiatico Thao (Bee Vang), la cui famiglia è minacciata da una gang del quartiere.
Ancora una volta Clint Eastwood mette al centro del suo cinema un cowboy solitario attaccato a (dis)valori del passato, inscenando un incontro tra due anime opposte che si sublima in un rapporto intenso e che può ricordare quello tra un padre e un figlio. In un'America multietnica, metropolitana eppure di frontiera, il pistolero-soldato che è retaggio e lone survivor di un'epoca ormai tramontata (rappresentata dalla splendida Ford Gran Torino che dà il titolo al film) redime le sue turbe razziste aprendosi al diverso, all'altro: giustiziere per caso, troverà paradossalmente la redenzione in un sacrificio che rinnega la violenza. Film eastwoodiano al 100%, Gran Torino, sotto una placida tranquillità narrativa, cela un tumultuoso incedere di suggestioni che esplodono nella memorabile conclusione. La presenza ossessiva dei “miti” a stelle e strisce (le auto, le armi, le bandiere americane in bella mostra) è funzionale al discorso di fondo e contribuisce a creare un apologo lucido e amarissimo. Ottima fotografia desaturata di Tom Stern.