L'attempato capitano McKay (Gregory Peck) raggiunge la fidanzata Patricia (Carroll Baker) nel ranch in New Mexico gestito dal maggiore Henry Terrill (Charles Bickford), padre della ragazza. Al suo arrivo, si trova di fronte uno scenario infuocato in cui sono presenti: il futuro suocero, in combutta con il patriarca in declino Rufus (Burl Ives), una bella maestrina (Jean Simmons), un rampante e prepotente giovanotto del luogo (Charlton Heston).
Tratto dal racconto breve Ambush at Blanco Canyon, poi espanso nel romanzo The Big Country di Donald Hamilton (1916-2006), è un torrenziale sproloquio cinematografico che funziona più nell'impeccabile confezione che nella resa vera e propria. Inutile negarlo: la parabola ranchera cantata da Wyler, seppur divenuta un classico, è spesso noiosa e poco incalzante. Le situazioni sono intricate e vorrebbero assecondare le ragioni narrative dei rapporti tra i personaggi, ma a farne le spese è l'attenzione generale e il talento di tutto il cast, da Peck in sottrazione alla maestrina Simmons, dalla bellissima Baker al rampante Heston (che Wyler avrebbe diretto a meraviglia in Ben-Hur, 1959). A colpire maggiormente sono le argute caratterizzazioni dei personaggi di contorno, tra cui spiccano Charles Bickford, e Burl Ives (premiato con l'Oscar), il cui Rufus è forse il personaggio più delineato, feroce e disincantato dell'intera pellicola. Pomposo Technicolor di Franz Planer.