Nell'arco di un anno si intrecciano legami sentimentali e bilanci esistenziali di tre sorelle newyorkesi: Hannah (Mia Farrow), ex moglie di Mickey (Woody Allen), porta avanti un matrimonio di routine con Elliot (Michael Caine), innamorato della cognata Lee (Barbara Hershey), a sua volta legata da un freddo rapporto di coppia con il misantropo artista Frederick (Max von Sydow), mentre Holly (Dianne Wiest) cerca disperatamente di dare un senso alla propria vita. Racconto corale omogeneo nella sua struttura rapsodica, che abbraccia una decina di personaggi principali tracciando un'accurata analisi incentrata su nevrosi, insicurezze e inadeguatezza alle dinamiche sentimentali delle coppie contemporanee, Hannah e le sue sorelle è una tra le opere più compatte, armoniche e bilanciate di Woody Allen, capace di scandagliare le idiosincrasie dei rapporti affettivi con attenta lucidità di sguardo. L'approccio moderno con cui lo script (firmato dallo stesso Allen) fa emergere conflitti interpersonali e riflessioni sull'amore, la realizzazione professionale e la vacuità della vita permette alla vicenda di destrutturare l'istituzione familiare passando dal dramma (i rancori tra le tre sorelle) alla commedia intellettuale (le ipocondrie e i dubbi religiosi dell'ansiogeno Mickey). La struttura circolare (la narrazione comincia e finisce nel Thanksgiving Day) e la suddivisione in piccoli segmenti, introdotti da una significativa didascalia, sono funzionali a comporre un quadro in cui ciascun personaggio, scavando nel profondo delle proprie emozioni, trova un'insperata fiducia in se stesso. Malinconico e necessario, attraversato dalle note di Johann Sebastian Bach e illuminato dalle luci soffuse di Carlo Di Palma. Interpreti eccellenti. Tre premi Oscar (sceneggiatura, attore e attrice non protagonisti, rispettivamente a Michael Caine e Dianne Wiest) più altre quattro nomination (film, regia, scenografia, montaggio).