Interceptor – Il guerriero della strada
Mad Max 2
1981
Paese
Australia
Generi
Fantascienza, Azione
Durata
95 min.
Formato
Colore
Regista
George Miller
Attori
Mel Gibson
Bruce Spence
Michael Preston
Max Phipps
Vernon Wells
Virginia Hey
Kjell Nilsson
In un futuro devastato dalla guerra nucleare, il solitario ex poliziotto Max Rockatansky (Mel Gibson) si ritrova coinvolto in una lotta senza esclusione di colpi per il dominio della poca benzina rimasta. Si schiererà con una tribù che protegge una pompa di petrolio e lotterà contro la banda capitanata dal temibile Lord Humungus (Kjell Nilsson).
Scatenato sequel di Interceptor (1979), pellicola a bassissimo budget destinata a diventare un piccolo cult nel panorama cinematografico internazionale. Il regista George Miller, anche sceneggiatore con Terry Hayes e Brian Hannant, potenzia l'impianto visivo, strutturando un immaginario post-atomico in bilico tra distopìa e rimandi medievali, e proprio nel riferimento ad archetipi profondamente radicati nella memoria collettiva risiede l'originalità di un'opera dal ritmo serratissimo, in cui le esplosioni di violenza (brutale e a tratti belluina, ma non esente da stilizzazione e fulminei lampi di ironia) e i continui inseguimenti (le roboanti motociclette sembrano danzare in una schizofrenica e malata coreografia) favoriscono la totale adesione spettatoriale. Azione, adrenalina e una macchina da presa impegnata in continue evoluzioni: Miller riesce a confezionare il capitolo migliore della saga (che continuerà nel 1985 con Mad Max: Oltre la sfera del tuono), un frenetico affresco barbarico in cui il latente schematismo narrativo e alcuni gratuiti eccessi non inficiano il godibilissimo risultato finale. Decisamente più approfondita e apprezzabile, rispetto al film precedente, la caratterizzazione dell'iconico protagonista. Cast in gran forma e notevole fotografia di Dean Semler; musiche di Brian May.
Scatenato sequel di Interceptor (1979), pellicola a bassissimo budget destinata a diventare un piccolo cult nel panorama cinematografico internazionale. Il regista George Miller, anche sceneggiatore con Terry Hayes e Brian Hannant, potenzia l'impianto visivo, strutturando un immaginario post-atomico in bilico tra distopìa e rimandi medievali, e proprio nel riferimento ad archetipi profondamente radicati nella memoria collettiva risiede l'originalità di un'opera dal ritmo serratissimo, in cui le esplosioni di violenza (brutale e a tratti belluina, ma non esente da stilizzazione e fulminei lampi di ironia) e i continui inseguimenti (le roboanti motociclette sembrano danzare in una schizofrenica e malata coreografia) favoriscono la totale adesione spettatoriale. Azione, adrenalina e una macchina da presa impegnata in continue evoluzioni: Miller riesce a confezionare il capitolo migliore della saga (che continuerà nel 1985 con Mad Max: Oltre la sfera del tuono), un frenetico affresco barbarico in cui il latente schematismo narrativo e alcuni gratuiti eccessi non inficiano il godibilissimo risultato finale. Decisamente più approfondita e apprezzabile, rispetto al film precedente, la caratterizzazione dell'iconico protagonista. Cast in gran forma e notevole fotografia di Dean Semler; musiche di Brian May.
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