Kinatay – Massacro
Kinatay
2009
Paesi
Filippine, Francia
Generi
Drammatico, Horror
Durata
105 min.
Formato
Colore
Regista
Brillante Mendoza
Attori
Coco Martin
John Regala
Maria Isabel Lopez
Julio Diaz
Jhong Hilario
Mercedes Cabral
A Manila il giovane Peping (Coco Martin) studia criminologia e convive con Cecille (Mercedes Cabral): per arrotondare, esegue piccoli lavori “sporchi” per la malavita. Una sera accetta di seguire l'amico Abyong (Jhong Hilario) e di presenziare al pestaggio di Madonna (Maria Isabel Lopez), prostituta colpevole di aver contratto ingenti debiti con il boss della banda.
Su Kinatay è stato detto tutto e il contrario di tutto, dopo la vittoria per la miglior regia al 62° Festival di Cannes (2009). Tutte le caratteristiche della messinscena mendoziana vengono portate qui alle estreme conseguenze, a partire dal tentativo neorealista/voyeurista di filmare tutto ciò che accade, senza restrizioni. Kinatay non ci risparmia nulla, e forse proprio per questo perde di vista il senso della propria indagine per sfociare nell'oscenità e nell'auto-compiacimento. L'esibizionismo che “macchia” l'opera – girata per metà in pellicola e per metà in digitale, corrispondenti al giorno e alla notte – appesantisce il contenuto e allontana lo spettatore, rendendo impossibile un coinvolgimento emotivo che non sia quello del disgusto per l'efferatezza da snuff movie e torture porn della resa dei conti. Resta, di fondo, l'intelaiatura della poetica del cineasta filippino, che con grande ambizione (qualcuno la chiama presunzione) rifonda le regole del cinema, azzera l'etica dello sguardo e smentisce ogni retorica. Sulla locandina italiana di Kinatay campeggia l'elogio di Quentin Tarantino («Ho creduto a tutto quello che ho visto»), cui fa da controcanto il disastroso giudizio del critico Roger Ebert: «Ecco un film che mi spinge a chiedere scusa a Vincent Gallo per aver definito il suo The Brown Bunny il peggior film nella storia del Festival di Cannes». Titolo inglese: Butchered, the Execution of P.
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