Cantante di varietà, Jenny (Suzy Delair) decide di cedere alle avance di Brignon (Charles Dullin), uomo di potere che potrebbe aiutarla nella carriera. Il marito di Jenny, Maurice (Bernard Blier), scopre la tresca e vorrebbe vendicarsi, ma quando raggiunge l'appartamento di Brignon per ucciderlo lo trova già morto. Il caso viene affidato all'ispettore Antoine (Louis Jouvet) che sospetta di Maurice e cerca di incastrarlo, ma dovrà fare i conti con una realtà ben più complessa. Adattando un romanzo di Stanislas-André Steeman, Clouzot torna alla regia dopo l'allontanamento dall'industria cinematografica francese a seguito delle polemiche suscitate dal suo precedente film Il corvo (1943). La storia di un uomo ingiustamente accusato e lasciato solo a difendersi da infamanti calunnie rientra dunque perfettamente nelle corde del regista che attinge alla propria esperienza personale e attacca duramente le ipocrisie di una società borghese pronta a condannare senza appello, falsamente smaniosa di giustizia ma in realtà semplicemente meschina e volgare nel trarre perverso giovamento dalle disgrazie altrui. Così emerge, seppure con qualche didascalismo di troppo e un finale forse eccessivamente consolatorio e non troppo coerente con le premesse iniziali, un quadro umano inquietante, fatto di inganni e soprusi in cui i rappresentanti della legge non possono che prendere atto della propria futilità dinnanzi a un mondo permeato e corrotto irrimediabilmente dal male in cui colpevoli e innocenti si confondono e non ci sono certezze a cui appigliarsi. Leone d'argento alla Mostra di Venezia 1947.