Pantasya
Pantasya
2007
Paese
Filippine
Generi
Drammatico, Erotico
Durata
86 min.
Formato
Colore
Regista
Brillante Mendoza
Attori
Arthur Estrella
Rov Roxas
Mark Dionisio
Harold Montano
Kiko Montenegro
Kervin Castillo
Dexter Castro
Brent Lorenzo
Nicco Taberna
Kyro Baldemor
Cinque episodi per raccontare cinque fantasie di giovani omosessuali nelle Filippine di oggi. Un taxista (Arthur Estrella), un tecnico telefonico (Mark Dionisio), un giocatore di basket (Kervin Castillo), un ragazzo che porta le pizze (Justin de Leon) e una guardia (Kyro Baldemor) filosofeggiano sul senso della vita, vagheggiano sull'amore e fantasticano su rapporti fisici – forse – impossibili. Sogno o realtà? Quinto film – e terzo nel solo 2007, dopo Tirador e Foster Child – del più che prolifico regista Brillante Mendoza, Pantasya prova ad affrontare di petto il tema della sessualità nelle Filippine, ricalcando in qualche modo la struttura di The Masseur (2005). Suddivisa in cinque capitoli che scandiscono cinque diversi momenti della giornata (Byahe, Linya, Laro, Bilis e Bantay), l'opera sembra prendere tutte le caratteristiche del cinema mendoziano invertendone la polarità: la raffinatezza erotica si fa banale coazione a ripetere, l'approccio documentaristico scolora in una messinscena biecamente artefatta, il ragionamento sul relativismo della normalità si cronicizza in uno schema vuoto e prevedibile. Pantasya è fallace in qualunque modo lo si guardi, al punto da far pensare quasi a un sabotaggio consapevole del proprio artefice. Tutto stona: dalla piatta voce off («La vita è una eterna ricerca di felicità», «L'amore è la vacanza dell'anima») agli insopportabili ralenti sulla folla, dalla insistente musica di sottofondo (in)degna del peggior porno soft-core alle poverissime metafore affastellate l'una sull'altra. Un'operazione “pruriginosa”, ingenua e vagamente ridicola di cui non si comprende lo scopo, svincolata com'è da un contesto sociale o da una narrazione più coesa. Titolo alternativo: Fantasya – Gay Illusion on Men-in-Uniform. Sui titoli di coda il regista si firma per la prima volta con lo pseudonimo Dante Mendoza.
Maximal Interjector
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