Un gruppo di soldati giunge in un piccolo centro cittadino. Delle ragazze locali, dinanzi a quest'evento, si dividono tra comportamenti opposti, dalla prostituzione fino alla ricerca dell'amore puro.
Tratto da una commedia scritta nel 1927 da Marie Luise Flaisseri, Pionieri a Ingolstadt è un film sbagliato da qualsiasi prospettiva lo si osservi, praticamente insalvabile: un'opera di bassissimo valore, che oppone alla fascinazione erotica per il militarismo il bene e il male, vale a dire la candida limpidezza di intenti da una parte e la compiaciuta degradazione di sé dall'altra, con una sicurezza invidiabile, troppo manichea per dirsi anche solo lontanamente accettabile. Un così basso risultato è in parte dovuto alla produzione targata ZDF, che costrinse Fassbinder ad arrabattarsi come un equilibrista durante tutte le fasi della lavorazione. Il risultato? Tanti strafalcioni storici e un film che il regista tedesco avrebbe fatto bene a interrompere a metà, per concentrarsi sugli altri innumerevoli progetti portati avanti rigorosamente in contemporanea.