L’adolescente Priscilla Beaulieu (Cailee Spaeny) incontra l'acclamata superstar Elvis Presley (Jacob Elordi). Tra i due nasce un amore sincero che dovrà però fare i conti con la fama e il carattere esuberante del cantante. 

Tornando a lavorare sulle tematiche che hanno da sempre contraddistinto il suo cinema, Sofia Coppola firma l'ennesimo ritratto di una giovane donna che verrà catapultata all'interno di un palazzo di vetro sfavillante e ipnotico dove però non riuscirà a trovare la felicità ma sarà condannata a una vita di solitudine. Le assonanze con Lost in Translation (2003) o Marie Antoinette (2006) non sono poche (basti pensare all'età delle tre protagoniste e al loro smarrimento nei meandri di labirinti sfavillanti quali, rispettivamente, Tokyo, Versailles e qui Graceland), eppure in Priscilla la regista statunitense sembra non riuscire a trovare il mordente giusto per scaldare i cuori del pubblico. Il film resta un prodotto solido e dal tratto delicato, grazie alla messa in scena minimalista tipica dell'autrice e alla buona alchimia tra gli interpreti. Inoltre non mancano gli spunti interessanti, primo fra tutti quello di concentrare le cineprese quasi esclusivamente sulla protagonista lasciando a margine la figura di Elvis e la sua musica (solamente suggerita in un paio di momenti). Tuttavia è proprio l'emozione a non trovare posto all'interno dei minuti, che scorrono senza intoppi dall'inizio alla fine ma lasciano l'impressione di appartenere a un progetto un po' pigro e scolastico, che non concede il minimo spazio a guizzi degni di nota o momenti memorabili. Peccato, le carte in tavola per realizzare un progetto più profondo e ambizioso c'erano tutte. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia dove la protagonista Cailee Spaeny ha vinto una generosa Coppa Volpi come miglior attrice.