Su su per la seconda volta vergine
Yuke yuke nidome no shojo
1969
Paese
Giappone
Genere
Drammatico
Durata
65 min.
Formati
Colore, Bianco e Nero
Regista
Koji Wakamatsu
Attori
Michio Akiyama
Mimi Kozakura
Hiroshi Imaizumi
Una notte, trascinata in cima a un palazzo, la diciassettenne Poppo (Mimi Kozakura) subisce uno stupro di gruppo sotto lo sguardo passivo di Tsukio (Michio Akiyama), un ragazzo che vive in quel condominio. La mattina seguente, rimasti soli, i due cominciano a parlare. Realizzato in appena quattro giorni sul tetto dell'edificio in cui aveva sede il suo ufficio di produzione, Su su per la seconda volta vergine è uno dei film migliori che Wakamatsu ha diretto nel 1969, anno in cui fra titoli commerciali (Il decamerone orientale) e titoli più personali (Violent Virgin, Violenza senza causa), ha firmato oltre dieci pellicole. Nonostante il rispetto delle principali regole del pinku eiga (frequenti scene di sesso, basso costo e durata ridotta), Wakamatsu si serve del genere come semplice base per affrontare temi di rilevanza politica e sociale. Qui la sessualità, mostrata solo nella sua dimensione di violenza e sopraffazione, viene svuotata della componente erotica, e legata a filo diretto a un opprimente malessere esistenziale che coinvolge tanto le vittime quanto i carnefici. Alternando momenti di insostenibile crudeltà a pause di malinconica tenerezza, il film mette in scena, con estrema linearità narrativa, niente più che un'impossibile storia d'amore, ammalata di solitudine e alienazione, che come in un dramma di Chikamatsu Monzaemon termina con il tradizionale shinjū (il doppio suicidio che l'anno seguente costituirà il tema principale del suo La donna che voleva morire). Un film “piccolo” ma incisivo. Prima della sequenza finale si intervallano sullo schermo pagine del violento manga storico Lone Wolf and Cub e fotografie di Sharon Tate, il cui efferato omicidio era avvenuto soltanto
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