Il temerario
The Lusty Men
1952
Paese
Usa
Genere
Drammatico
Durata
113 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Nicholas Ray
Attori
Susan Hayward
Robert Mitchum
Arthur Kennedy
Arthur Hunnicutt
Frank Faylen
Walter Coy
Jeff McCloud (Robert Mitchum), campione di rodeo acciaccato dalle troppe gare, accetta di diventare manager del cowboy Wes Merrit (Arthur Kennedy), che vuole darsi al medesimo sport nonostante il parere contrario della moglie Louise (Susan Haywarth). Wes però finisce con l'essere accecato dall'avidità, mentre Jeff s'innamora di Louise. Due anni prima di rivisitare il western con quel film sublimemente anticonformista che sarà Johnny Guitar (1954), Nicholas Ray racconta una storia che ha il profondo Ovest come ambientazione ma si colloca in epoca contemporanea, disegnando il ritratto di un'America dolente e autunnale. Il microcosmo del rodeo è superbamente descritto con minuzioso realismo (grazie anche al supporto di immagini di repertorio) e si fa dimensione nostalgica e terminale del maschio americano. Non a caso, è visibile una netta contrapposizione tra l'universo femminile, guidato dal personaggio della Hayward, e quello virile che si perde dietro al miraggio del denaro e all'ebbrezza di una sfida autolesionista (di cui sono efficaci icone le cicatrici di Booker e Buster). Ray si ribadisce autore maturo, filmando un'opera caratterizzata da un ritmo disteso, una regia solida e un bianco e nero che, usato là dove ci aspetterebbe un technicolor fiammante, dona un'ulteriore patina di amarezza. E regala un Robert Mitchum cowboy malinconico, disilluso e solitario, che anticipa il Junior Bonner di L'ultimo buscadero (Sam Peckinpah, 1972) e ci insegna che «Non c'è cavallo che non possa essere montato, né cavaliere che non possa essere disarcionato».
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