Un tranquillo posto di campagna
1968
Paese
Italia
Generi
Horror, Sperimentale
Durata
106 min.
Formato
Colore
Regista
Elio Petri
Attori
Franco Nero
Vanessa Redgrave
Georges Géret
Gabriella Grimaldi
Madeleine Damien
Valerio Ruggeri
Rita Calderoni
Renato Menegotto
Leonardo Ferri (Franco Nero) è un pittore in crisi creativa e tormentato da incubi nei quali è vittima di Flavia (Vanessa Redgrave), sua manager e amante. Leonardo decide di rifugiarsi in un tranquillo posto nella campagna veneta, ma la villa disabitata dove va ad alloggiare è funestata da fenomeni paranormali. Quando Leonardo verrà a conoscenza della storia della contessina Wanda (Gabriella Grimaldi), uccisa tra quelle mura, ne resterà ossessionato fino a perdersi in un delirio psicotico.
Una delle opere più sperimentali firmate da Petri in cui il regista si cimenta con il genere horror gotico dando vita a un divertissement dallo stile frenetico e sorprendente per come rigetta qualsiasi convenzione e si fa espressione visiva di un disagio emotivo che porta alla scissione della psiche individuale e all'impossibilità di distinguere tra realtà e immaginazione. Sorta di prodromo di quella che sarà la trilogia della nevrosi (Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto del 1970, La classe operaia va in paradiso del 1971, La proprietà non è più un furto del 1973), ma il risultato è poco coeso e incisivo, interessante ma irrisolto, fin troppo ermetico e, a tratti, compiaciuto. Rimane un prodotto decisamente curioso e anomalo, sgangherato ma verace tra suggestioni che pescano dalla letteratura di Edgar Allan Poe e Howard Phillips Lovecraft e un'atmosfera sospesa che coniuga onirismo e alienazione. Tonino Guerra e Luciano Vincenzoni hanno collaborato alla sceneggiatura. Altalenante la colonna sonora firmata da Ennio Morricone e dal Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza. Le opere dipinte dal personaggio interpretato da Franco Nero sono state realizzate dall'artista statunitense Jim Dine.
Una delle opere più sperimentali firmate da Petri in cui il regista si cimenta con il genere horror gotico dando vita a un divertissement dallo stile frenetico e sorprendente per come rigetta qualsiasi convenzione e si fa espressione visiva di un disagio emotivo che porta alla scissione della psiche individuale e all'impossibilità di distinguere tra realtà e immaginazione. Sorta di prodromo di quella che sarà la trilogia della nevrosi (Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto del 1970, La classe operaia va in paradiso del 1971, La proprietà non è più un furto del 1973), ma il risultato è poco coeso e incisivo, interessante ma irrisolto, fin troppo ermetico e, a tratti, compiaciuto. Rimane un prodotto decisamente curioso e anomalo, sgangherato ma verace tra suggestioni che pescano dalla letteratura di Edgar Allan Poe e Howard Phillips Lovecraft e un'atmosfera sospesa che coniuga onirismo e alienazione. Tonino Guerra e Luciano Vincenzoni hanno collaborato alla sceneggiatura. Altalenante la colonna sonora firmata da Ennio Morricone e dal Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza. Le opere dipinte dal personaggio interpretato da Franco Nero sono state realizzate dall'artista statunitense Jim Dine.
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