Vincent (Yves Montand) è un impresario sull'orlo del fallimento, François (Michel Piccoli) un medico in crisi matrimoniale, Paul (Serge Reggiani) uno scrittore bloccato da tempo nella stesura del suo prossimo libro. I tre, con le loro mogli e altri amici, si ritrovano e si confrontano ogni weekend nella casa di campagna di Paul. Tra i pranzi fastosi della domenica, scampagnate invernali e inaugurazioni mondane di gallerie d'arte, Sautet, memore della lezione umanistica di Renoir, mette in scena la crisi dell'ideologia imborghesita post-Sessantotto, attraverso gli occhi disillusi degli uomini che abitano i luoghi dell'ipocrisia francese. Il declino lavorativo e sociale dei personaggi va di pari passo con quello sentimentale, nel pallido ricordo in bianco e nero di un passato che prometteva altri scenari. Toccante anche se un po' prolisso, privo di difetti evidenti ma altrettanto incapace di guizzi realmente memorabili. Tratto dal romanzo La grande marrade di Claude Néron, alla terza collaborazione con Sautet dopo Il commissario Pelissier (1971) ed È simpatico, ma gli romperei il muso (1972).